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Venerdì, 19 Aprile 2024
Squilibri economici

Così Francia e Germania aiutano le imprese più dell'Italia

A Parigi e Berlino l'80% degli aiuti di Stato mentre Roma non riesce a strappare più del 5%. Ma ora il governo si allinea con Parigi e Berlino nel chiedere "meno burocrazia e più flessibilità"

L'Italia ha pochi margini di spesa sugli aiuti di Stato e si vede. Da quando l'Unione europea ha ammorbidito le regole per consentire ai governi nazionali di sostenere con forza le proprie imprese, la stragrande maggioranza degli aiuti, circa l'80%, è andato al 'blocco' franco-tedesco. I governi di Berlino e Parigi, al contrario di quello italiano, possono infatti fare debito con più facilità per sostenere la propria economia. Le imprese italiane si sono invece dovute accontentare di meno del 5% di tutti gli aiuti approvati a livello europeo. 

Le cifre

A fare chiarezza sui numeri è stata la Commissione europea che, fino al 31 dicembre 2022, ha preso "circa 170 decisioni per approvare altrettante misure nazionali notificate dai 27 Stati membri" per aiutare le proprie imprese "nel contesto dell'attuale crisi geopolitica legata specialmente alla guerra della Russia contro l'Ucraina". "Su un ammontare di 540 miliardi di euro di aiuti di Stato approvati finora, il 49,3% degli aiuti è stato notificato dalla Germania, il 29,92% dalla Francia, il 4,73% dall'Italia" e il restante 16% dagli altri Stati membri, ha spiegato una portavoce della Commissione europea. 

La posizione italiana

Nonostante la differenza di 'potenza di fuoco', il governo italiano ha sposato la stessa linea di Francia e Germania: quella di chiedere alla Commissione europea di poter erogare ancora più aiuti alle aziende. "Siamo consapevoli della necessità di rivedere la politica degli aiuti di Stato che deve diventare meno burocratica e più flessibile", ha dichiarato in una nota il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, durante la riunione di ieri dell'Eurogruppo. "Questo deve valere anche per gli strumenti già costituiti, dai progetti di interesse comune al Next Generation Eu", ha aggiunto il ministro. 

L'Ue vuole liberare gli aiuti di Stato: perché è un favore alle imprese tedesche

I rischi per il mercato unico

L'omologo francese, Bruno Le Maire, ha spiegato ai giornalisti che "la politica industriale europea deve essere la priorità per il 2023" e per questo "abbiamo già formulato una serie di proposte con il ministro dell'Economia tedesco, Robert Habeck". I due governi hanno chiesto "uno choc di semplificazione in materia di aiuti industriali in Europa", ha detto Le Maire. Occorre che "gli aiuti di Stato siano più consistenti per una serie di settori come l'idrogeno, le batterie elettriche, i pannelli solari e i semiconduttori" che vanno aiutati "sia con sovvenzioni che con crediti d'imposta", ha aggiunto il ministro. Una linea che preoccupa i Paesi Ue con margini di spesa inferiori che temono un eccessivo ricorso agli aiuti di Stato da parte della Germania e della Francia che potrebbe mettere in crisi il mercato unico, con evidenti disparità da un Paese all'altro. Preoccupazioni evidentemente non condivise dall'Italia che spera comunque di poter spendere di più per aiutare le proprie imprese, nonostante gli evidenti limiti di bilancio.

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