rotate-mobile
Martedì, 23 Aprile 2024
Economia

Affitti brevi e più tasse sulle seconde case, così in Francia si vuole limitare Airbnb

Tre deputati hanno presentato proposte per regolamentare ulteriormente il gigante degli affitti stagionali, che offre circa 500mila alloggi in tutto il Paese

Bloccare l'espansione di Airbnb e far pagare più tasse a chi affitta la propria case tramite questa piattaforma. Questo l'intento di tre deputati francesi, che hanno presentato diverse proposte per regolamentare l'affitto di alloggi turistici arredati. Il gigante della share economy non viene citato espressamente, ma è chiaro sia lui il principale obiettivo, visto che in Francia sono oltre 500mila gli alloggi disponibili sulle sue pagine. Solo dagli Stati Uniti superano l'offerta dell'Esagono. In cima c'è Parigi, ma stanze, appartamenti e intere ville sono disponibili su tutto il territorio transalpino. I maggiori vantaggi sono arrivati nelle zone rurali, ampliando l'offerta recettiva, d'altra parte Airbnb viene preso di mira perché le transazioni sono scarsamente tassate e in alcune aree del Paese gli affitti turistici stanno privando i territori di case a prezzi accessibili sul lungo termine.

I firmatari dell'iniziativa sono di partiti diversi: il parigino Julien Bayou (Eelv), Christophe Plassard (del partito Horizons) di Charente-Maritime e Iñaki Echaniz del Partito socialista dei Pirenei atlantici. Le restrizioni, come descrive il quotidiano La Croix, sono sette e puntano ad essere incluse in un futuro disegno di legge che potrebbe essere esaminato a giugno. In primo luogo i deputati propongono di abbassare la soglia del numero massimo di notti che si possono affittare a 90 giorni, rispetto ai 120 fissati peraltro di recente. Vorrebbero inoltre estendere questo limite alle seconde case. Tra le idee presentate, figura anche una riforma della tassazione delle seconde case, per consentire agli enti locali di ottenere maggiori introiti, senza però danneggiare coloro che vi abitano tutto l'anno.

Non è la prima volta che il colosso degli affitti a breve termine viene preso di mira dagli eletti francesi, sia locali che nazionali. Tra le critiche principali quella di avere un impatto negativo sulla disponibilità di alloggi nelle principali città così come nelle zone turistiche. In base ai dati del 2021 sono circa 500mila gli alloggi offerti in affitto in tutta la Francia, con concentrazioni nelle aree metropolitane, in particolare a Parigi, dove dei 43mila alloggi offerti sul breve termine il 90% è pubblicato su Airbnb. Secondo i dati pubblicati da Les Échos, tra il 2012 e il 2017 le offerte nelle aree rurali sulla piattaforma si è moltiplicato di 37 volte.

Dopo la crisi generata dal Covid, il 2022 ha visto un nuovo balzo in avanti, con 86 milioni di notti prenotate, secondo le stime della piattaforma di analisi dei dati sugli affitti stagionali AirDNA. Nello stesso anno la spesa media di una notte prenotata nell'Esagono è stata di 142 euro. Si tratterebbe del 26% in più rispetto al prezzo medio registrato nel 2019. La versione francese della piattaforma ha registrato 35 milioni di euro di fatturato per l'anno 2021, mentre nel 2022 a livello mondiale Airbnb ha registrato 7,8 miliardi di euro di fatturato. Si è trattato del primo anno redditizio nella storia dell'azienda dalla sua creazione nel 2008.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Affitti brevi e più tasse sulle seconde case, così in Francia si vuole limitare Airbnb

Today è in caricamento