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Giovedì, 25 Aprile 2024
Scontro tra titani / Cina

Cina e Unione Europea si danno battaglia per i brevetti hi-tech

A inizio dicembre, la Commissione europea ha trascinato la Cina davanti ai giudici dell’Organizzazione mondiale del commercio (Wto) per due controverse commerciali. Ma Pechino ha alzato le barricato ponendo il veto

È in corso una battaglia all'Organizzazione mondiale del commercio tra Cina e Unione Europea. Lo scontro è iniziato lo scorso anno, quando la Lituania ha intensificato i rapporti commerciali con Taiwan, l'isola rivendicata dal gigante asiatico. 

Una faccenda su cui Pechino non vuole proprio sorvolare. Immediata, infatti, è stata la sua reazione, tanto da scegliere di usare l’arma commerciale e diplomatica per colpire economicamente la piccola nazione baltica: la Cina in breve tempo ha declassato i rapporti diplomatici con la Lituania, bloccando l’import-export di diversi prodotti lituani, e ha fatto pressioni sulle multinazionali affinché troncassero i legami economici con Vilnius. Le ritorsioni cinesi non hanno però frenato la solidarietà della Lituania, che lo scorso novembre ha aperto il discusso ufficio di rappresentanza a Taipei. 

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L'Ue contro la Cina

In questa lotta tra Davide e Golia, l'Unione Europea non poteva rimanere indifferente ed è scesa in campo al fianco del piccolo paese baltico. A inizio dicembre, la Commissione europea ha trascinato la Cina davanti ai giudici dell’Organizzazione mondiale del commercio (Wto) per due controverse commerciali in corso con il gigante asiatico.

La prima riguarda le restrizioni commerciali, definite “discriminatorie e coercitive”, applicate dal dicembre 2021 dalla Cina alle esportazioni lituane, generando ripercussioni negli affari bilaterali. Stando ai calcoli della Commissione europea, la Cina ha ridotto dell'80% gli scambi commerciali con la Lituania da gennaio a ottobre del 2022. A finire nel mirino delle misure cinesi sono i prodotti come alcolici, carni bovine, prodotti lattiero-caseari, tronchi e torba provenienti dalla Lituania. Pechino ha giustificato l'embargo imposto a Vilnius con argomentazioni di carattere fitosanitario.

Il Wto ha per questo accusato Pechino di violare le regole della stessa organizzazione per aver imposto l'embargo alla Lituana. Le misure coercitive cinesi, secondo il Wto, "non hanno solo un impatto sulla Lituania, ma incidono anche sul commercio intra-Ue e sulle catene di approvvigionamento intra-Ue e hanno un impatto sul funzionamento del mercato interno dell’Ue". 

C'è poi la seconda controversa e riguarda le restrizioni della Cina contro i titolari di brevetti ad alta tecnologia dell’Ue. Pechino ha infatti imposto dei limiti ai titolari di brevetti high-tech dell'Ue, impedendo così di accedere e fare ricorso ai tribunali non cinesi per far rispettare e proteggere i propri diritti. Secondo la decisione delle corti cinesi, le imprese europee presenti in Cina non possono proteggere la proprietà intellettuale in tribunali esteri, inclusi quelli europei. In caso di violazione di queste disposizioni, definite "ingiunzioni anti-causa", le big tech europee rischiano multe giornaliere da 130mila euro o denunce penali. 

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La Cina blocca il ricorso europeo al Wto

Adesso la Cina alza le barricate. Secondo il South China Morning Post, Pechino ha bloccato i due procedimenti avviati da Bruxelles all'Organizzazione mondiale del commercio. Il gigante asiatico ha bollato la decisione della Commissione Ue come “incomprensibile” e “prematura”, suggerendo una risoluzione delle due dispute tramite negoziati bilaterali.

Il veto cinese ha però vita breve: secondo le regole del Wto, il divieto può essere usato una sola volta, ma la Ue è intenzionata a portare avanti la battaglia e richiedere un nuovo giudizio sulle due controversie casi a gennaio.

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