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Mercoledì, 6 Dicembre 2023
La mossa / Paesi Bassi

Lo 'zar' del Green Deal Timmermans lascia Bruxelles: sarà candidato in Olanda

La coalizione tra laburisti e Sinistra verde lo ha ufficialmente scelto come aspirante premier in vista delle elezioni anticipate del prossimo 22 novembre

Frans Timmermans, il potente primo vicepresidente della Commissione europea, sarà il candidato premier nei Paesi Bassi per la coalizione composta dal suo partito laburista (PvdA) e quello della Sinistra Verde GroenLinks. Timmermans aveva lanciato la sua candidatura lo scorso 20 luglio, ma è ora arrivata l'ufficialità da parte dei due partiti dopo che il politico ha ricevuto il 91,8% dei voti in una consultazione tra i poco meno di 38mila iscritti alle due formazioni. Il voto era comunque una formalità visto che Timmermans era l'unico candidato alle primarie. Questo significa che lo 'zar' del Green Deal, lascerà l'esecutivo comunitario di Bruxelles. Il suo posto sarà preso adesso da un altro socialista, il croato Maros Sefcovic.

"Grazie al suo eccellente contributo e al suo forte impegno personale, abbiamo fatto grandi passi avanti verso il raggiungimento dell'obiettivo dell'Ue di diventare il primo continente neutrale dal punto di vista climatico e verso l'innalzamento dei livelli di ambizione climatica a livello globale", ha dichiarato la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, nel ringraziare.

Dopo essere stato al potere per 13 anni, Mark Rutte, il premier più longevo della storia della nazione, ha annunciato le sue dimissioni all'inizio del mese scorso, dopo che l'alleanza tra quattro partiti che sostenevano il suo governo non è riuscita a trovare un accordo sulle norme per il controllo dell'immigrazione, facendo scattare il voto anticipato previsto per il prossimo 22 novembre. "Timmermans ha l'esperienza e la visione per guidare la PvdA e la Groenlinks alla vittoria in queste elezioni cruciali in Olanda. Solo un nuovo esecutivo con una forte agenda sociale ed ecologica può guidare il Paese con una vera leadership e portarlo finalmente avanti", è stato il commento della presidente del gruppo socialista al Parlamento europeo, Iratxe Garcia Perez.

Ex diplomatico dalla statura imponente e dalla barba bianca, il 62enne Timmermans è entrato nel 2014 nella Commissione del popolare Jean-Claude Juncker, che ne ha fatto il suo braccio destro. Dopo le elezioni del 2019, è stato scelto anche da von der Leyen come primo vicepresidente, e la popolare tedesca gli ha affidato il progetto del Green Deal, un arsenale di misure volte a ridurre le emissioni di carbonio dell'Ue. Tra queste ci sono le misure per rendere l'edilizia abitativa più eco compatibile e la fine dell'uso dei motori a combustione interna nelle nuove auto in vendita a partire dal 2035. E proprio in questa veste ambientalista è finito nel mirino di conservatori e popolari, che lo hanno accusato di imporre misure troppo radicali e disconnesse dalla realtà, che starebbero mettendo in difficoltà l'economia. Sull'ondata di queste polemiche proprio in Olanda è nato il Movimento dei cittadini agricoltori, recentemente salito alla ribalta proprio grazie alle proteste contro le normative europee.

Il politico 62enne che parla inglese, tedesco, francese, italiano e russo oltre all'olandese, è padre di quattro figli, appassionato di calcio (tifosissimo della Roma) e di ciclismo (sostiene di andare al lavoro in bicicletta). Nato nel 1961 a Maastricht, è nipote di minatori proveniente da una famiglia cattolica e ha trascorso la maggior parte della sua vita all'estero. Dopo essere cresciuto a Bruxelles e a Roma, aver studiato letteratura francese e diritto europeo a Nancy, ha intrapreso la carriera diplomatica, in particolare nell'ambasciata di Mosca, prima di diventare deputato, Segretario di Stato per gli Affari europei e poi Ministro degli Affari esteri (2012-2014) in un precedente governo Rutte.

Le elezioni olandesi mostreranno se e quanto Timmermans sia popolare nei Paesi Bassi, dopo così tanti anni passati a Bruxelles. Quando il socialista Martin Schulz, ex presidente del Parlamento europeo, potentissimo e molto conosciuto in tutta Europa, si candidò alla cancelleria della sua Germania in occasione delle elezioni federali in Germania del 2017 contro Angela Merkel, la sua Spd si fermò a un misero 20,5%, il peggior risultato elettorale nella storia del dopoguerra.

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