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Venerdì, 29 Marzo 2024
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“Atto di violenza contro i neri”, bufera su festival belga patrimonio Unesco

Il carnevale estivo Ducasse di Ath al centro delle polemiche. Durante il corteo folkloristico il “selvaggio” nero in catene urla e si agita di fronte alla folla in festa. Associazioni e accademici firmano una petizione contro la parata “razzista”

Il “selvaggio” dipinto di nero portato in catene per le strade della cittadina belga di Ath “viene adornato con tutti i simboli dell’umiliazione che le nostre società razziste hanno perpetrato sui neri nel corso della storia”. Così la pensano gli attivisti di Bruxelles Panthères, collettivo impegnato “nella lotta contro le disuguaglianze razziali che confinano gli immigrati e i loro figli in uno status analogo a quello dei nativi nelle ex colonie”. E finisce sotto accusa anche il riconoscimento dell’Unesco come “patrimonio culturale dell’umanità” per la parata folkloristica nata nel XV secolo per celebrare la vittoria di Davide contro Golia e che si tiene ogni anno nel quarto fine settimana di agosto (nel 2019 sarà dal 23 al 26 agosto). Ma che dal 1873, ricordano gli esperti, include un personaggio che ben poco ha a che vedere con la narrazione biblica.

Il "selvaggio"

Come mostra il video dell’edizione 2018 del festival cittadino, il “selvaggio” viene portato su un carro allegorico a forma di nave. A bordo ci sono marinai bianchi in uniforme e due carcerieri che tengono incatenato il “selvaggio”: un uomo corpulento dipinto di nero con un cappello di piume in testa e l'anello al naso che strilla, agita un bastone e provoca le risate del pubblico. 

Il passato coloniale del Belgio

Sulla prua della nave capeggia la bandiera del Belgio, che dal 1885 al 1962 possedeva l’Impero coloniale nel quale sottostavano gli attuali Congo, Ruanda e Burundi. In particolare il Congo Belga, grande oltre 70 volte la superficie del Belgio, è stato fonte inesauribile di schiavi e risorse naturali fino all’indipendenza raggiunta nel 1960 sotto la guida di Patrice Émery Lumumba, che venne giustiziato meno di un anno dopo dalle forze armate golpiste di Mobutu Sese Seko (sostenuto proprio dal Belgio e dagli Stati Uniti).

La lettera 

In una lettera, co-firmata da altri 13 gruppi antirazzisti, nonché da decine di attivisti e accademici in tutta Europa, il “selvaggio” di Ath viene definito, senza mezzi termini, come un “atto di violenza simbolica contro le comunità nere del Belgio, che si rispecchiano nelle azioni di vera violenza fisica e discriminazione che ancora colpiscono le stesse comunità”. 

Le pantere contro il razzismo

Mouhad Reghif, portavoce delle Bruxelles Panthères, ha dichiarato al Guardian che la rappresentazione del “selvaggio” ha avuto conseguenze molto serie sulla vita quotidiana dei neri in Belgio e altrove in Europa. Reghif avrebbe ricevuto decine di minacce da quando ha deciso di denunciare la manifestazione nella quale ritrova “gli atteggiamenti degli anni '50 e '60 di chi pensava che il Belgio avesse portato la civiltà in Congo (la sua ex colonia, ndr)” nonché una dimostrazione di quella “supremazia bianca nata in epoca coloniale”.

Patrimonio dell'umanità 

Il riconoscimento dell'Unesco come patrimonio immateriale dell'umanità per il Ducasse di Ath è arrivato nel 2005 assieme a quello per una serie di altre sfilate di giganti, dragoni e carri allegorici che si ripetono da secoli in Belgio e in Francia. Una certificazione d’importanza della cultura popolare, che dovrà adesso fare i conti con la richiesta di parte dell’opinione pubblica belga che pretende rispetto per la comunità nera, fatta di figli e nipoti della schiavitù coloniale. 

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