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Venerdì, 29 Marzo 2024
La decisione / Francia

Chi è Vincenzo Vecchi, il no global condannato in Italia che la Francia non estraderà

Nel nostro Paese dovrebbe scontare oltre 11 anni di prigione per il reato che risale al fascismo di "devastazione e saccheggio", ma i giudici d'Oltralpe hanno bloccato il mandato di arresto europeo

La Francia non estraderà Vincenzo Vecchi, l'attivista condannato in Italia per "devastazione e saccheggio", in relazione alle violenze accadute al G8 di Genova del 2021. La Corte d'Appello di Lione si è pronunciata contro l'esecuzione del mandato d'arresto europeo per il 49enne ex no global che nel nostro Paese dovrebbe scontare undici anni e mezzo di prigione. "Questa decisione dimostra nuovamente che la nostra battaglia è giusta e per la terza volta una Corte di Appello ha respinto la richiesta di estradizione dell'autorità giudiziaria italiana. Speriamo che ora questa storia possa concludersi definitivamente", ha esultato l'avvocato dell'uomo, Maxime Tessier, parlando con l'Adnkronos.

La battaglia legale però potrebbe non essere finita, visto che il procuratore ha ora tre giorni per decidere se fare ricorso in Cassazione. "A Lione ha prevalso il buon senso democratico e lo spirito della legge", ha sostenuto il Comitato di sostegno nato per sostenere la battaglia per la libertà di Vecchi, che ha chiesto al pubblico ministero "di non ricorrere in Cassazione, per porre così fine, in modo elegante e dignitoso, a questa delirante vicenda".

Condannato nel 2009 l'attivista si era rifugiato in Francia e il nostro Paese ne aveva chiesto l'estradizione. Arrestato lì nell'agosto 2019 in base a un mandato di arresto europeo era stato poco dopo rilasciato, su decisione della Corte d'appello di Rennes, che aveva ritenuto che ci fosse un errore procedurale. Dopo un ricorso in Cassazione, il caso è tornato davanti alla Corte d'appello di Angers, che ha ritenuto troppo vaghe le motivazioni della condanna e ha ribadito che l'uomo doveva restare in libertà. Oggi la terza sentenza in questo senso.

La sua vicenda aveva ottenendo una forte eco mediatica in Francia, dove attivisti, intellettuali e gli abitanti di Rochefort-en-Terre, paesino bretone di 650 anime dove Vecchi vive dal 2011, si sono battuti contro l’estradizione del genovese. La solidarietà è nata soprattutto perché l'ex no global è stato condannato in base a un testo del 1931, adottato sotto il fascismo, che permette di reprimere la semplice presenza a una manifestazione, senza necessariamente che sia provata la partecipazione ad atti di violenza o danni. Gli avvocati dell'uomo hanno sempre sottolineato il fatto che il loro cliente, 28enne all'epoca dei fatti, non ha aggredito nessuno e che gli atti di cui è accusato sono legati a distruzioni di oggetti, e quindi che la condanna a oltre 11 anni sarebbe sproporzionata: avrebbe divelto delle aiuole, dato fuoco a un pneumatico, partecipato al danneggiamento di un'automobile e all'assalto di una filiale bancaria.

I suoi sostenitori contestano anche il concetto di 'concorso morale' in queste azioni, un concetto giuridico molto specifico del nostro ordinamento secondo cui, per alcuni reati o crimini, si ritiene che ci sia un autore materiale del reato ma anche un autore "morale", che darebbe la "spinta psicologica" a commettere il reato.

Che abbia partecipato attivamente o meno ai fatti, la difesa di Vecchi sottolinea che bisogna anche ricordare che il tutto accadde in un contesto particolare, quello della manifestazione contro il G8 di Genova del luglio 2001 in cui gli scontri tra attivisti antiglobalizzazione e polizia furono estremamente violenti. Nelle cariche della polizia 600 manifestanti rimasero feriti, uno di loro, Carlo Giuliani, fu ucciso da un carabiniere con un colpo di pistola. Circa 300 attivisti che dormivano alla Scuola Diaz furono sorpresi nel sonno da agenti di polizia in assetto antisommossa che picchiarono, arrestarono e successivamente maltrattarono. Amnesty International ha definito la repressione delle proteste "la più grande violazione dei diritti umani e democratici in un Paese occidentale dalla Seconda guerra mondiale".

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