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Sabato, 20 Aprile 2024
La sentenza

Corte Ue: "Vietare il velo islamico sul posto di lavoro non è discriminazione"

Per i giudici europei, l'interdizione di indossare in modo visibile segni religiosi è legale a patto che lo si attui a tutti, anche a chi porta una croce cristiana

Un'impresa che vieta di indossare il velo islamico sul posto di lavoro non commette discriminazione a patto che la regola valga per tutti, anche per i cristiani che portano una croce in modo visibile. È in estrema sintesi quanto ha stabilito la Corte di giustizia dell'Unione europea intervenendo sul ricorso presentato da una donna belga di religione musulmana che si era vista negare un contratto di tirocinio per avere espresso il suo rifiuto di togliersi il velo per conformarsi alla politica di neutralità dell'azienda.

 "La regola interna di un'impresa che vieta di indossare in modo visibile segni religiosi, filosofici o spirituali non costituisce una discriminazione diretta se applicata in maniera generale e indiscriminata", scrivono i giudici europei. "La religione e le convinzioni personali - continuano - devono essere considerate un solo e unico motivo di discriminazione, altrimenti pregiudicando il quadro generale per la parità di trattamento in materia di occupazione e di condizioni di lavoro stabilito dal diritto dell'Unione".

La Corte precisa che, ai sensi del diritto comunitario, "una disposizione di un regolamento di lavoro di un'impresa che vieta ai dipendenti di manifestare verbalmente, con l'abbigliamento o in qualsiasi altro modo, le loro convinzioni religiose o filosofiche, di qualsiasi tipo, non costituisce, nei confronti dei dipendenti che intendono esercitare la loro libertà di religione e di coscienza indossando visibilmente un segno o un indumento con connotazione religiosa, una discriminazione diretta 'basata sulla religione o sulle convinzioni personali', a condizione che la disposizione sia applicata in maniera generale e indiscriminata".

Infatti - viene spiegato -, "poiché ogni persona può avere una religione o convinzioni religiose, filosofiche o spirituali, una regola di tal genere, a condizione che sia applicata in maniera generale e indiscriminata, non istituisce una differenza di trattamento fondata su un criterio inscindibilmente legato alla religione o a tali convinzioni personali".

Non è la prima volta che la Corte di giustizia dell'Ue si schiera a favore del divieto del velo sul luogo di lavoro: già nel 2021, i giudici avevano respinto il ricorso di due donne tedesche che avevano denunciato la richiesta dell'azienda per cui lavoravano di togliere il velo in presenza dei clienti.  

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