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Giovedì, 25 Aprile 2024
Il dibattito

L'aborto come diritto umano, il no dei vescovi alla richiesta del Parlamento Ue

Le "Cei" europea critica la risoluzione approvata a giugno a Strasburgo: "Mette a rischio gli obiettori di coscienza"

"Il tentativo di introdurre un presunto diritto all'aborto nella Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea metterebbe in grave pericolo il diritto all'obiezione di coscienza". È il monito del cardinale Jean-Claude Hollerich, presidente della Commissione delle Conferenze episcopali dell'Unione europea , al termine dell'incontro con la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola. Parole che sono una condanna alla risoluzione approvata a giugno dall'Eurocamera, in cui si chiede per l'appunto di considerare l'interruzione di gravidanza come un diritto umano da tutelare, garantendo un accesso sicuro. 

I vescovi Ue, però, non ci stanno. E nell'incontro con Metsola, esponente maltese del Ppe, ciritcata anche nel recente passato per le sue posizioni antiabortiste, Hollerich "le preoccupazioni della Chiesa cattolica per il modo in cui la questione dell'aborto viene trattata a livello comunitario". Il riferimento, come dicevamo, è alla risoluzione approvata all'ultima plenaria di Strasburgo, in cui la maggioranza degli eurodeputati ha condannato la recente sentenza Usa che ha di fatto reso illegale l'aborto nel Paese americano.

La risoluzione, però, si rivolge anche all'Ue, e sottolinea i rischi di un contagio delle posizioni antiabortiste made in Usa. Per questo, si chiede che "l’Ue e i suoi Stati membri includano il diritto all’aborto nella Carta" dei diritti fondamentali. E, anche in riferimento all'Italia, si "condanna il fatto che le donne non possano accedere ai servizi di aborto per la pratica comune in alcuni Stati membri relative ai sanitari, e, in alcuni casi, a intere istituzioni mediche, di rifiutare servizi sanitari sulla base della clausola di 'coscienza' che porta al rifiuto della cura all’aborto su base di religione e coscienza". Già nel 2021, il Parlamento aveva chiesto di far fronte ai rischi per le donne derivanti dall'alto numero di medici obiettori. E anche all'epoca i vescovi europei avevano alzato le barricate.

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