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Venerdì, 29 Marzo 2024
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La Turchia attacca l'Ue sul divieto del velo nei luoghi di lavoro: "Viola la libertà di religione"

La Corte di Giustizia in una sentenza ha dato il via libera alla proibizione in ufficio di qualsiasi forma visibile di espressione delle convinzioni religiose. Ankara: “Alimentano l'odio contro i musulmani”

La decisione della Corte di Giustizia Ue sulla possibilità, da parte di un datore di lavoro, di vietare il velo islamico ha fatto andare su tutte le furie la Turchia. Per il governo di Ankara si tratta di una "chiara violazione delle libertà religiose", e una misura del genere non farà altro che aggravare i pregiudizi contro le donne musulmane in Europa.

In una nota il ministero degli Esteri addirittura definisce la sentenza uno sforzo di legalizzate "l'odio e l'intolleranza contro i musulmani in Europa". Ibrahim Kalin, portavoce del presidente turco Recep Tayyip Erdogan, si è chiesto su Twitter "se il concetto di libertà religiosa ora escluda i musulmani". "La decisione della Corte di giustizia dell'Unione europea sul velo sul posto di lavoro è un altro colpo ai diritti delle donne musulmane che indossano il velo. Ciò andrà a beneficio di coloro che chiedono la guerra contro l'Islam ", ha denunciato Kalin.

La sentenza si riferiva al caso di due dipendenti di aziende tedesche che erano incorse in procedimenti interni per aver indossato il velo al lavoro. Il divieto, precisava la Corte Ue, "deve rispondere a un'esigenza reale del datore di lavoro" e riguardava non solo il velo ma più in generale "qualsiasi forma visibile di espressione delle convinzioni politiche, filosofiche o religiose". Questa decisione, ha attaccato Ankara, “in un momento in cui l'islamofobia, il razzismo e l'odio che hanno preso in ostaggio l'Europa sono in aumento non rispetta la libertà religiosa e fornisce una base ed una copertura legale alla discriminazione".

"Condanniamo la decisione, che è legalmente e coscienziosamente sbagliata e pericolosa per quanto riguarda l'islamofobia che alimenterà", ha aggiunto il ministero degli Esteri turco. Fahrettin Altun, direttore della comunicazione di Erdogan, ha descritto la decisione come incredibile e "un tentativo di legittimare il razzismo". "Invece di denunciare il suo passato oscuro, l'Europa ora cerca di abbracciarlo", ha detto condannando “questa sentenza, che viola la dignità umana”.

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