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Venerdì, 19 Aprile 2024
Diritti delle donne / Polonia

A Varsavia marcia cattolica contro "la pandemia dell'aborto"

Nel Paese l'interruzione di gravidanza è possibile solo in caso di stupro, incesto o rischio per la vita della donna. Gli organizzatori: “Vogliamo rimediare ai peccati contro la vita”

Migliaia di persone sono scese in piazza ieri a Varsavia per manifestare contro la “pandemia dell'aborto”. Il corteo nella capitale della Polonia era stato organizzato da gruppi come Crociata del rosario per la madrepatria, i guerrieri di Maria, i soldati di Cristo e la Guardia Nazionale. La processione è iniziata dopo la messa e alla sua testa una croce di diversi metri era portata insieme alle reliquie di sant'Andrea Bobola, un missionario polacco ucciso durante la rivolta di Khmelnytsky del XVII secolo che portò alla creazione di un etmanato cosacco nell'attuale Ucraina.

“La Processione del Rosario è un evento senza precedenti, che mira, prima di tutto, a riparare i peccati contro la vita”, ha affermato il principale organizzatore, Paweł Ozdoba. "Oggi, in Polonia e nel mondo, l'aborto è promosso e chiamato 'procedura standard'", mentre "in questa situazione, noi cattolici vogliamo pregare per la fine di questa 'pandemia di aborto'", ha aggiunto l'uomo, presidente del Centro per la vita e la famiglia, secondo quanto riporta Notes from Poland. Simili processioni minori hanno avuto luogo in altre città, tra cui Cracovia, Danzica e Olsztyn.

L'aborto è diventato una questione molto controversa in Polonia negli ultimi anni. All'inizio del 2021, la legge sull'interruzione di gravidanza del Paese, già una delle più severe in Europa, è stata ulteriormente inasprita con l'introduzione di un divieto quasi totale risultante da una sentenza della Corte costituzionale, un organismo ampiamente considerato sotto l'influenza del partito di governo conservatore. Adesso vi si può ricorrere solo se la gravidanza deriva da un atto illegale (stupro o incesto) o se mette a rischio la salute della donna. Quella decisione ha provocato le più grandi proteste nella storia post-comunista della Polonia, con centinaia di migliaia di persone sono scese in piazza. I sondaggi mostrano che un'ampia maggioranza dell'opinione pubblica nazionale si oppone all'attuale divieto quasi totale.

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