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Sabato, 10 Giugno 2023
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Perché in Romania e Bulgaria non si vaccinano

Le percentuali di inoculati sono le più basse d'Europa. Nei due Paesi c'è grande sfiducia nelle istituzioni, molta povertà e troppe fake news

Ormai quasi il 75 per cento della popolazione dell'Unione europea è stata completamente vaccinata contro il Covid-19 e l'80 ha ricevuto almeno una dose. Ma se in Irlanda e in Portogallo oltre il 90 per cento dei cittadini ha fatto entrambe le iniezioni, ci sono due nazioni la cui popolazione di vaccinarsi non vuole proprio saperne.

Povertà e sfiducia nelle istituzioni

In Romania e Bulgaria la percentuale di immunizzati è lontana anni luce da quelle del resto del blocco, con entrambe le dosi che sono state somministrate rispettivamente solo al 34 e addirittura a un misero 23,5 per cento dei cittadini, secondo i dati dell'Ecdc. Questi due Paesi hanno in comune non solo il passato comunista, ma anche una situazione politica che durante la pandemia è stata piuttosto burrascosa, una elevata sfiducia nelle istituzione e un'ampia diffusione di false notizie sulla malattia, le sue possibili origini e il modo di combatterla. Romania e Bulgaria sono gli ultimi arrivati nella grande famiglia dell'Ue, avendo ottenuto l'adesione nel 2007, dopo di loro solo la Croazia, che è entrata nel club nel 2013. E sono anche tra le nazioni più povere, oltre che quelle con uno dei maggiori livelli di sfiducia nelle istituzioni e nei media, secondo i dati di Eurofound.

Fake news

"In Bulgaria non c'è vera fiducia nelle istituzioni, non c'è vera fiducia nella nostra società, e per questo motivo è un terreno molto fertile per le teorie della cospirazione", ha detto al Washington Post Alexander Simidchiev, ex deputato e medico specializzato in malattie polmonari. Le fake news su Bill Gates e i microchip hanno guadagnato particolare risonanza nella nazione, insieme a una raffica di altre notizie false. I medici che sposano opinioni anti-vaccino sono spesso invitati a popolari programmi televisivi nazionali, che raramente correggono le affermazioni false. Lo stesso governo di Sofia ha trasmesso messaggi conflittuali durante la pandemia. L'anno scorso, le autorità hanno istituito due task force sul Covid-19, che hanno offerto consigli contraddittori, lasciando i cittadini nell'incertezza su quali fossero quelle valide.

Instabilità politica

Politicamente nel Paese c'è grande instabilità. Quest'anno ci sono già state due elezioni nazionali, ad aprile e a luglio, e visto che il Parlamento non è riuscito neanche questa volta a eleggere un governo, è stato sciolto e i cittadini torneranno a novembre per la terza volta alle urne. "Questo non fa che peggiorare le cose. Durante i periodi di instabilità politica, le persone tendono ad essere molto populiste, seguendo il flusso di notizie false", ha sostenuto Simidchiev. Anche le scelte politiche più semplici sono state difficili da prendere. Il Ministero della Salute, che gestisce la campagna vaccinale, ha solo poco più di 50mila euro disponibili per una campagna informativa sull'immunizzazione. Prima che il parlamento venisse sciolto, Simidchiev propose di espandere il budget a quasi 6 milioni di dollari, ma la misura fu bocciata.

Tornano le restrizioni in Romania

Le cose non vanno molto meglio in Romania, dove proprio il mese scorso è caduto il governo dopo una crisi durata più di un mese. Per una triste coincidenza, proprio il giorno dopo la dissoluzione dell'esecutivo nel Paese c'è stato un record di 330 morti per Covidd-19 in 24 ore e 15mila nuove infezioni, il numero più alto dall'inizio della pandemia. La stragrande maggioranza erano pazienti non vaccinati o persone che, nonostante fossero vaccinate, erano più anziane e avevano condizioni preesistenti. Nel Paese di quasi 20 milione di abitanti, in cui il numero di nuovi casi in rapporto alla popolazione è il più alto dell'Ue, i posti letto disponibili in terapia intensiva sono agli sgoccioli. Per questo sono state di nuovo introdotte delle misure restrittive alla vita sociale a Bucarest. Indossare una mascherina è obbligatorio negli spazi pubblici affollati come mercati, fiere, stazioni di trasporto pubblico, aree commerciali e luoghi di lavoro, poi è in vigore un coprifuoco tra le 18 e le cinque del mattino, ma solo per le persone non vaccinate. Cinema, ristoranti ed eventi privati come battesimi o matrimoni possono essere organizzati a metà capienza, ma solo per chi è completamente vaccinato o è guarito dal contagio. I bar e i club sono chiusi.

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