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Sabato, 20 Aprile 2024
Il negoziato / Ungheria

Ungheria dice no al tetto sul gas: “Meglio togliere le sanzioni alla Russia” 

Cingolani: "15 Paesi a favore di un price cap generalizzato, non solo per quello di Mosca". Ma pesa lo scetticismo della Germania

No al tetto al prezzo del gas, e alle altre misure di emergenza proposte dalla Commissione europea. Per affrontare la crisi energetica, la strada da seguire è dire addio alle sanzioni alla Russia: "In questo modo, avremmo subito la metà di tutto, dei prezzi e dell'inflazione". Parola di Gergely Gulyas, ministro ungherese che ha delineato la posizione di Budapest nel corso della riunione straordinaria dei ministri dell'Energia dell'Ue. 

"Non capiamo bene l'iniziativa europea per un tetto al prezzo di gas e le altre misure annunciate. L'Europa non è autosufficiente sul gas, non ha senso parlare di un tetto al prezzo", ha detto. Secondo il governo ungherese, la soluzione sarebbe la soppressione delle sanzioni contro la Russia, almeno per quanto riguarda l'energia. "Se domani sopprimessero almeno la parte energetica delle sanzioni contro la Russia, avremmo subito la metà di tutto, dei prezzi e dell'inflazione. Purtroppo, la Commissione ha scelto un'altra via, andando in direzione opposta. Così, non si danneggia la Russia, ma le si assicurano profitti enormi", ha affermato.

Budapest, che di recente ha sottoscritto un accordo con Gazprom per aumentare le importazioni energetiche dalla Russia, non è l'unica capitale a opporsi al tetto al prezzo del gas. La misura prevede due opzioni: o un tetto solo al gas russo, o uno generalizzato. L'Italia ha proposto questa seconda opzione, e, stando al ministro Roberto Cingolani, "quindici Paesi si sono pronunciati chiaramente a favore". Cingolani ha aggiunto che "ci sono stati tre Paesi che preferibbero avere un price cap solo sul gas russo" e altri tre che "lo vorrebbero condizionato a verifiche ad esempio di sostenibilità economica di lungo termine". I contrari del tutto a un tetto sarebbero cinque. 

Per far passare la proposta, non serve l'unanimità dei 27 Stati membri, ma una maggioranza qualificata. L'Ungheria da sola non potrebbe dunque impedirne l'attuazione, ma avrebbe bisogno di formare una minoranza di blocco, che rappresenti oltre il 35% della popolazione Ue. Di contro, per approvare la misura serve l'ok di almeno 15 Paesi che rappresentino almeno il 65% della popolazione. Il voto a maggioranza qualificata, in sostanza, dà un grosso peso agli Stati più grandi. Ecco perché, più che su Budapest, gli occhi sono puntati sulla Germania, che continua a professare scetticismo su un price cap sul gas. Il ministro tedesco dell'Economia, Robert Habeck, ha definito questa misura "non corretta", aggiungendo che Berlino solo "se i Paesi che attualmente stanno ancora ricevendo gas dalla Russia sono disposti a correre il rischio di uno stop completo dell'approvvigionamento da parte della Russia". 

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