Un morto ogni 3 secondi nel 2050. La Ue lancia l'allarme: contrastare la resistenza agli antibiotici
Nella Giornata europea degli antibiotici la Commissione Ue chiede uno sforzo comune per contrastare la resistenza antimicrobica
Un morto ogni 3 secondi. E' questo il ritmo trepidante con cui nel 2050 la resistenza agli antibiotici potrebbe falciare i cittadini europei. Ed è anche l'allarme lanciato oggi dalla Commissione Ue in occasione della Giornata europea degli antibiotici. "Ci troviamo di fronte a un preoccupante futuro 'post-antibiotico'", affermano in coro il commissario Ue alla salute e alla sicurezza alimentare Vytenis Andriukaitis e quello alla ricerca Carlos Moedas, "nel quale potremmo non essere più in grado di effettuare interventi chirurgici importanti e trapianti di organi, o impiantare efficacemente dispositivi come protesi dell'anca o nuove valvole cardiache. Entro il 2050 la resistenza antimicrobica potrebbe uccidere una persona ogni tre secondi e diventare una causa di morte più comune del cancro". La resistenza antimicrobica è già oggi "una delle più grandi minacce per la salute globale", causa di 25.000 decessi l'anno, con spese sanitarie e perdite di produttività per 1,5 miliardi di euro.
Per arrestare questa strage potenziale, sottolineano dalla Commissione Ue, "è più che mai necessario un forte impegno nella comunicazione" e nella "sensibilizzazione", ma non solo: "è necessario intervenire per colmare le differenze e portare tutti gli Stati membri al livello dello Stato che ha conseguito i migliori risultati".
Piano europeo One Health
Al riguardo Andriukaitis e Moedas ricordano il nuovo Piano d'azione europeo 'One Health' contro la resistenza antimicrobica, che "evidenzia la necessità di affrontare la questione dell'uso degli antimicrobici simultaneamente nelle persone e negli animali". La Ue, insistono, "dovrebbe svolgere un ruolo guida nella lotta alla resistenza antimicrobica e offrire un valore aggiunto alle azioni degli Stati membri" con l'obiettivo di "di curare efficacemente le infezioni negli esseri umani e negli animali".
Già adesso il piano d'azione Ue ha dettato le linee guida sull'uso prudente degli antimicrobici in medicina umana, ha promosso un'iniziativa comune, che coinvolge tutti i 28 Stati membri, sulle infezioni associate all'assistenza sanitaria e la costruzione da parte di 2 agenzie europee, l'Efsa per la sicurezza alimentare ed animale, e l'Ema per i medicinali, assieme all'Ecdc, il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, di indicatori affinché Ue e Stati membri possano misurare progressi e carenze nella lotta all'antibiotico-resistenza.
Nel campo della ricerca la Ue finanzia con il programma Horizon 2020 progetti per 350 milioni di euro mentre per i prossimi tre anni sono stati impegnati ulteriori 200 milioni a favore della lotta alla resistenza antimicrobica.
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