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Martedì, 16 Aprile 2024
Il caso / Regno Unito

Il Regno Unito versa 500 milioni di euro all'Iran in cambio di 3 ostaggi

Tra i rilasciati c'è Nazanin Zaghari-Ratcliffe, da 6 anni detenuta a Teheran, e al centro di una lunga battaglia internazionale

Nazanin Zaghari-Ratcliffe, la 43enne irano-britannica detenuta in Iran dal 2016 in seguito a contestate accuse di spionaggio, è stata finalmente rilasciata per tornare nel Regno Unito, dove da ben sei anni l'attendono il marito Richard e la figlia Gabriella. Con lei, le autorità iraniane hanno rilasciato altri due cittadini britannici dalla doppia nazionalità, Anoosheh Ashoori e Morad Tahbaz. Secondo quanto confermato da Londra, la liberazione dei tre detenuti è arrivata dopo che il governo britannico ha saldato un vecchio debito da circa 400 milioni di sterline (attorno al mezzo miliardo di euro) reclamato da oltre 40 anni dall'Iran.

La somma, scrive l'Ansa, fa riferimento a una fornitura di carri armati britannici Chieftain, già dall'Iran dello Shah, ma la cui consegna era stata congelata unilateralmente dal 1979 da Londra in seguito alla rivoluzione khomeinista. Secondo indiscrezioni dei media, la diplomazia del Regno aveva offerto già da qualche tempo - sotto gli ultimi governi Tory - una disponibilità a ripianare quel vecchio pagamento; ma solo adesso, sullo sfondo dell'esito di una lunghissima partita negoziale e di circostanze internazionali favorevoli, la soluzione di questo contezioso è stata inserita nell'intesa che ha portato al rilascio di Nazanin e degli altri due ex detenuti.

Nazazin, dipendente della Fondazione Thomson-Reuters, era stata arrestata il 3 aprile del 2016 con un'accusa di spionaggio controversa. Si trovava in Iran con la figlia Gabriella per presentarla ai suoi genitori. Un viaggio famigliare che si è trasformato in un incubo: all'aeroporto di Teheran fu fermata dalle Guardie rivoluzionarie islamiche, e poi condotta in carcere. Da cui è uscita solo adesso. Dalla prigione, Nazanin era riuscita a comunicare con l'esterno, scrivendo un libro sulla sua vita dietro le sbarre. E anche grazie all'impegno del marito, Richard, la sua storia è diventata un caso seguito con passione da tutto il Regno Unito. Fin da subito, Richard denunciò che la detenzione della moglie era legata a una richiesta di riscatto da parte dello stesso governo di Teheran. La conferma è arrivata in queste ore, con le autorità britanniche che hanno ammesso il pagamento di circa 500 milioni di euro. 

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