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Venerdì, 19 Aprile 2024
Il patto / Francia

Il Regno Unito verserà 500 milioni alla Francia per bloccare i barconi dei migranti

L'accordo raggiunto a Parigi dopo un incontro tra Sunak e Macron. Nel nord del Paese transalpino verrà istituito un nuovo centro di detenzione

Il Regno Unito verserà 542 milioni di euro in tre anni alla Francia come contributo per la cooperazione sul contrasto all'immigrazione clandestina. L'obiettivo è bloccare le partenze dei barconi di migranti che sempre più numerosi attraversano la Manica salpando dalle coste del Nord Europa in direzione dell'isola britannica. Lo ha annunciato il governo britannico a margine dell'incontro tra il premier Rishi Sunak e il presidente francese Emmanuel Macron a Parigi. 

Il pacchetto anti-barconi

La somma fa parte di un pacchetto complessivo che include, tra le altre cose, un nuovo centro di detenzione nel nord della Francia, 500 nuovi ufficiali di guardia costiera per pattugliare le spiagge transalpine, oltre all'acquisto di droni e tecnologie di sorveglianza. “Abbiamo concordato sulla necessità di aumentare le nostre capacità di intervento e sorveglianza”, ha detto Sunak. "Vogliamo andare avanti insieme" nella lotta all'immigrazione irregolare, gli ha fatto eco Macron. "Siamo entrambi consapevoli delle problematiche umane correlate e dell'estrema sensibilità di questo tema", ha aggiunto il capo dell'Eliseo, sottolineando che "nel 2022 sono state impedite più di 1.300 traversate improvvisate in barca. Insieme, abbiamo smantellato 55 reti di criminalità organizzata e effettuato più di 500 arresti".

Le tensioni tra Parigi e Londra

In realtà, la cooperazione tra Londra e Parigi sull'immigrazione è stata finora motivo di tensioni tra i due Paesi. La Francia è la principale piattaforma di partenza dei barconi verso il Regno Unito, seguita dal Belgio. Secondo i dati del ministero dell’Interno britannico, nel 2022 oltre 45mila persone hanno raggiunto illegalmente il Paese a bordo dei barconi, rispetto alle 28mila dell’anno precedente, dato, quello del 2021, che aveva già rappresentato un record rispetto al passato. L'uso di imbarcazioni è stata una sorta di innovazione nella storia dell'immigrazione clandestina lungo la Manica: con la Brexit, quella che era la via principale di accesso dei migranti al Regno Unito, ossia il tunnel della Manica, è diventata più difficile da percorrere per via dei maggiori controlli. Sembrava una vittoria per i britannici pro-Brexit, che avevano promesso di fermare l'immigrazione incontrollata con l'uscita dall'Ue. Ma alla lunga è diventata una 'vittoria di Pirro': i flussi si sono riversati in mare, provocando anche tragedie. 

La Francia è stata accusata dal governo britannico di non fare abbastanza per impedire le partenze dei barconi. Accusa che aveva inasprito le tensioni, già accese, tra Parigi e Londra. Lo scorso novembre, le due capitali avevano siglato un primo accordo per ricucire i rapporti, ma i dati dicono che non ha funzionato: dall'inizio dell'anno sono già 3mila i migranti che hanno solcato il canale su piccole imbarcazioni. Da qui, la decisione di Sunak di rilanciare i rapporti con Macron e aumentare gli impegni a favore della Francia, passati dai 72 milioni del precedente accordo a 542 milioni. 

La cooperazione sulla difesa

"La nostra lunga storia, la nostra vicinanza e la nostra visione condivisa delle sfide globali significano che una stretta partnership tra il Regno Unito e la Francia non è solo importante, ma essenziale", ha detto Sunak. Il premier britannico ha fatto intendere di voler usare il nodo dei migranti (che sta erodendo il consenso dei conservatori al potere) per rilanciare i rapporti con Macron dopo le tensioni tra il leader francese e i suoi predecessori, Boris Johnson e Liz Truss. Ma Sunak ha parlato anche di ripresa di "abitudini lavorative comuni", coda che potrebbe riguardare un riavvicinamento dei due Paesi sullo scenario internazionale, in particolare in Asia e Pacifico, e sulla collaborazione militare. Quelli di Francia e Regno Unito sono gli unici due eserciti europei dotati di armi nucleari. La sfida comune della guerra in Ucraina potrebbe consentire di  "dare nuovo slancio"  alla cooperazione sulla difesa, ha detto un consigliere di Macron all'Afp.

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