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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Covid

Ue: "Dal 13 dicembre le dosi per i bambini". E apre all'obbligo vaccinale

L'annuncio della presidente della Commissione von der Leyen: "In Europa, 130 milioni di persone non immunizzate. Sono troppe"

Dal 13 dicembre, anche i bambini dai 5 anni in su potranno essere vaccinati contro il Covid-19. Lo ha annunciato la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, durante la conferenza stampa di presentazione della nuova comunicazione per un approccio comune dell'Ue contro la recrudescenza della pandemia. Una comunicazione che, pur non affrontando la questione direttamente, mira a preparare l'Ue ai potenziali rischi legati alla diffusione della nuova variante Omicron. La parola d'ordine è aumentare la copertura vaccinale, sia con i booster, sia convincendo chi non si è ancora vaccinato a farlo. E a questo proposito, la presidente della Commissione apre alla possibilità per i Paesi di introdurre l'obbligo.   

Il vaccino per i bambini

Il primo annuncio riguarda i bambini: dopo l'ok dell'Ema alla somministrazione del vaccino Pfizer alla fascia d'età 5-11 anni, la Commissione ha reso noto che le dosi per gli Stati membri "saranno pronte dal 13 dicembre". Inoltre, ha spiegato von der Leyen, "avremo 360 milioni di dosi di vaccini mRna che ci verranno consegnate entro la fine del primo trimestre. Questo vuol dire che ci tutti i cittadini europei potranno avere una dose di richiamo".

Per la Commissione, bisogna fare in fretta. Sui richiami Bruxelles "ritiene che, a decorrere dal 10 gennaio 2022, gli Stati membri non debbano più accettare certificati Covid (da noi, il Green pass, ndr) con più di nove mesi dal ciclo di vaccinazione iniziale", si legge nella comunicazione adottata oggi. "La Commissione europea - precisa il documento - sta valutando se prevedere tale validità in modo vincolante". Secondo l'Ecdc, il centro europeo per le malattie, il booster è consigliabile dopo 6 mesi dall'ultima dose.

No-vax, convincerli o obbligarli?

Booster, ma non solo. "In Ue il 77% di adulti è vaccinato, questo signigica che un terzo non lo è. Sono 130 milioni di persone, e sono molti - ha detto von der Leyen -  Siamo nel mezzo della quarta ondata, a livello globale ci sono 250 milioni di casi e oltre 5 milioni di morti" mentre "in Europa stiamo assistendo a una forte recrudescenza della variante Delta", concentrata "soprattutto nei Paesi con i tassi di vaccinazione più bassi". Ecco perché "penso che sia comprensibile e appropriato parlare dell'incoraggiamento, dell'obbligo, a vaccinarsi con un approccio comune", ha aggiunto.

Un'apertura all'obbligo vaccinale, insomma. Anche von der Leyen chiarisce subito che "la competenza" su tale questione "è degli Stati membri, lo rispettiamo e non daremo raccomandazioni. La mia posizione personale è che 2-3 anni fa non avrei pensato di vedere quello che vediamo oggi, questa pandemia orribile, vaccini che salvano vite che non sono usati adeguatamente ovunque, un terzo dei cittadini Ue non sono vaccinati. E' troppo. E' comprensibile parlare dell'obbligo, come possiamo incoraggiare i vaccini e bisogna aprire un dibattito su un approccio comune Ue di cui l'Ue ha bisogno".

La variante Omicron

Von der Leyen ha parlato anche delle preoccupazioni sulla nuova variante Omicron: "L'Oms considera la variante Omicron ad alto rischio. Non ne sappiamo molto ma abbastanza per essere preoccupati. Dalla nostra esperienza con Delta sappiamo che è una corsa contro il tempo. Ci vorranno due o tre settimane per avere i dati sulla variante", ha concluso.

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