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Martedì, 16 Aprile 2024
La visita / Tunisia

Spot pubblicitari per fermare i barconi dalla Tunisia: l'iniziativa dell'Ue

Il Paese africano chiede "solidarietà" nella gestione dei migranti. Ma le risorse europee restano per il momento bloccate in attesa del prestito del Fmi

Tunisi chiede "solidarietà", che nel concreto vuol dire fondi freschi. Ma per il momento le risorse promesse dall'Europa restano bloccate, in attesa che il Paese africano trovi un'intesa sul prestito da 1,9 miliardi di dollari del Fondo monetario internazionale (Fmi). La visita della commissaria Ue agli Affari interni, Ylva Johansson, si è conclusa, come d'attese, con un nulla di fatto su questo fronte, mentre le partenze dalla Tunisia continuano senza sosta. In compenso, Bruxelles e Tunisi hanno sfrutta l'occasione per esprimere "la volontà di istituire un partenariato operativo rafforzato nella lotta contro la tratta di esseri umani". I dettagli sono ancora da definire, ma l'Ue ha già promesso, tra le altre cose, di finanziare una campagna informativa tra maggio e giugno volta alla sensibilizzazione ai pericoli della migrazione irregolare.

Sempre a maggio, si legge in una nota della Commissione europea, sarà organizzata una tavola rotonda per "istituire un partenariato di talenti" che dovrà "promuovere la migrazione legale, nell'interesse di entrambe le parti, secondo le reciproche esigenze della Tunisia e degli Stati membri dell'Ue e a beneficio dei settori attività e professioni individuate congiuntamente". In altre parole, Bruxelles si impegna a creare dei canali per portare i lavoratori tunisini all'interno delle aziende Ue che fanno più fatica a trovare personale.

Si tratta di due iniziative spot, chiaramente. Perché il nodo centrale sull'asse Europa-Tunisia restano i flussi sempre maggiori di clandestini che solcano il Mediterraneo alla volta dell'Italia. La Commissione ha accolto con favore gli sforzi compiuti dalla Tunisia nel settore della lotta contro la tratta di esseri umani e ha espresso la propria solidarietà e la disponibilità della parte europea a fornire "un sostegno sostanziale al fine di consolidare le capacità nazionali di fronte alla recrudescenza di questo fenomeno, che deve essere compreso in modo globale e modo multidimensionale", ha evidenziato la Commissione europea. Gli esperti delle due parti specificheranno i dettagli del partenariato rafforzato che "consentirà di combattere meglio l'immigrazione irregolare".

In questo contesto, Tunisia e Ue hanno convenuto di rafforzare la loro cooperazione in materia di protezione e rimpatrio dei migranti irregolari dalla Tunisia ai loro Paesi di origine, "attraverso un maggiore sostegno dell'Ue ai rimpatri volontari e alla loro reintegrazione nei loro Paesi di origine, nel pieno rispetto dei diritti umani e della dignità umana". Tunisia e Ue hanno anche concordato di rafforzare i meccanismi di sostegno esistenti per "una migliore reintegrazione socioeconomica dei migranti tunisini che rientrano nel Paese, in particolare attraverso il sostegno al meccanismo nazionale di reintegrazione 'Tounesna' e di garantire un migliore coordinamento nella riammissione e reintegrazione dei cittadini". 

Tra il dire e il fare, però, c'è di messo il prestito del Fmi: se non si sblocca questo prestito, i fondi di Bruxelles restano fermi. Il presidente tunisino Kais Saied non sembra intenzionato a cedere alle richieste del Fmi, che chiede un pacchetto di riforme in cambio dei soldi. L'Italia sta cercando di mediare, proponendo una sorta di prima rata sulla fiducia: 300 milioni di euro da versare nell'immediato nelle disastrate casse tunisine con la promessa di cominciare a portare a termine le riforme in un secondo momento. 

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