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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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L'Ue vuole ridurre le scappatoie alle sanzioni a Mosca (ma senza toccare Cina e Turchia)

Nell'ultimo pacchetto di misure si punta a colpire i Paesi terzi che stanno fungendo da 'intermediari' per il commercio verso la Russia di merci bandite, ma alcuni governi temono ritorsioni

L'Unione europea ha deciso di colpire i Paesi che stanno aiutando la Russia ad aggirare le sanzioni imposte dal blocco per la guerra in Ucraina, anche se non sembra sia disposta a toccare (almeno per il momento) Cina o Turchia. L'undicesimo pacchetto di misure in discussione a Bruxelles, punta a mettere una pezza su alcune delle scappatoie che hanno permesso a Vladimir Putin di continuare a importare merci che dovrebbero essere bandite dal commercio con la Federazione, tra cui anche componenti ad alta tecnologia necessari per portare avanti il conflitto.

"Recentemente abbiamo assistito a una crescita anomala di flussi commerciali dall'Ue ad alcuni Paesi terzi e questi beni finiscono in Russia", ha denunciato la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, parlando nel punto stampa a Kiev con il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky. Per questa ragione, ha spiegato, nel nuovo pacchetto di misure verrà proposto "un nuovo strumento per combattere l'elusione delle sanzioni: se notiamo che i beni stanno andando dall'Ue verso Paesi terzi e quindi alla Russia, potremmo proporre agli Stati membri di sanzionare le esportazioni di quei beni", anche se si tratterebbe di una "misura di ultima istanza". Nel pacchetto ci sarà poi anche "la proposta di vietare entità 'ombra' dalla Russia e dai Paesi terzi che intenzionalmente violano le nostre sanzioni", ha spiegato ancora von der Leyen.

Tra i probabili bersagli ci potrebbero essere nazioni dell'Asia centrale come l'Uzbekistan e il Kazakistan, ma dovrebbero essere risparmiate la Cina e la Turchia, che sono le nazioni più spesso accreditate per aver offerto a Mosca un'ancora di salvezza, facendo spesso da 'intermediari' per il transito di alcune merci. Solo nel terzo trimestre dello scorso anno le importazioni russe da Ankara sono salite a oltre 1 miliardo di dollari al mese, circa il doppio rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Secondo la proposta per l'11esimo pacchetto di sanzioni, visionata da Politico, la Commissione vorrebbe colpire "persone ed entità che eludono le misure restrittive dell'Unione con attività che hanno lo scopo o il risultato di vanificare i divieti contenuti in tali misure", e si tratterebbe ad esempio, "di società stabilite in Paesi terzi che si procurano beni soggetti a restrizioni da società stabilite nell'Unione e che poi vengono forniti alla Russia, direttamente o tramite intermediari".

Nei due allegati alla proposta non vengono però citati Paesi o prodotti specifici, e la decisione finale spetterà agli Stati membri. Gli ambasciatori dovrebbero discutere la proposta per la prima volta domani, ed è difficile che si possa arrivare a un accordo sul nuovo pacchetto prima della prossima settimana, o anche di quella successiva. Il percorso potrebbe essere però in salita per la proposta, in quanto diversi governi temono di creare un precedente che potrebbe portare a colpire anche Turchia o la Cina, cosa che potrebbe portare a ritorsioni. Ieri Pechino si è già opposta fermamente a un'altra misura contenuta nel pacchetto che prende di mira sette società cinesi sospettate di aver inviato merci vietate in Russia direttamente o tramite intermediari. "Esortiamo l'Ue a non seguire questa strada sbagliata, altrimenti la Cina intraprenderà azioni decise per salvaguardare i nostri interessi legittimi e legali", ha minacciato il portavoce del Ministero degli Esteri cinese, Wang Wenbin, ha avvertito l'Ue di non procedere.

Anche il confronto con la Turchia è visto come un grande rischio, soprattutto in questo momento di attesa in vista delle elezioni di questo fine settimana, oltre che per l'influenza di Ankara su questioni come l'immigrazione, con la Turchia a cui l'Europa ha da tempo 'appaltato' l'accoglienza dei rifugiati in fuga dalla Siria e che in generale lavora da cuscinetto per i flussi in arrivo dal Medio oriente.

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