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Venerdì, 19 Aprile 2024
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In Ue mancano i vaccini, ma ne sono stati esportati 34 milioni in Paesi terzi

Mentre infuria lo scontro tra Bruxelles e Londra, che viene accusata di eccessivo nazionalismo, emergono i dati sul numero di dosi che sono state spedite al di fuori del blocco

L'Unione europea arranca nella sua campagna vaccinale, con scontri con diverse case farmaceutiche per il mancato rispetto dei patti e i ritardi nelle consegne promesse. Eppure dal blocco negli ultimi mesi sono state esportate ben 34 milioni di dosi verso Paesi terzi, dosi che avrebbero potuto fare comodo ai Paesi membri.

Le epsortazioni

Sono i dati che emergono a poco più di una settimana dalla decisione del governo di Mario Draghi di bloccare una spedizione di 250mila vaccini di Oxford e AstraZeneca dall'Italia verso l'Australia, la prima e unica decisione del genere dall'inizio della pandemia. Il dato filtra da un documento distribuito agli ambasciatori presso l'Ue secondo cui, come riporta il Guardian, al 9 marzo 34.090.287 dosi sono state esportate dall'Ue in 31 Paesi, e di queste oltre nove milioni sono andate nel Regno Unito, con cui è in corso una battaglia a suon di accuse di protezionismo sulla distribuzione delle dosi. Altre 3.917.640 di iniezioni sono state mandate in Canada, 3.134.204 in Messico, 2.720.210 in Giappone e 1.368.900 in Arabia Saudita . Altri beneficiari delle esportazioni dall'Ue includono Hong Kong (1,3 milioni), Singapore (967.030), Stati Uniti (953.723), Cile (942.825) e Malesia (751.140). A quanto pare la maggior parte dei vaccini esportati dall'Europa nel Regno Unito sono stati prodotti da Pfizer, che distribuisce globalmente dai suoi siti di produzione europei.

Lo scontro tra Bruxelles e Londra

"Nessuno può negare il fatto che dall'Europa esportiamo un sacco di dosi", ha detto il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel in un'intervista a Politico. Il liberale belga ha poi puntato il dito contro il governo di Boris Johnson. "C'è una domanda: hanno detto che non hanno deciso un divieto nel Regno Unito. Sappiamo, e lo so perché sono un politico, che ci sono diversi modi per imporre un divieto o per imporre restrizioni sui vaccini e / o sui medicinali, perché sui medicinali c'è un chiaro divieto. Ma la domanda è la seguente: quante dosi hanno esportato? Questa è una domanda molto semplice, e da ieri non ho sentito la risposta a questa semplicissima domanda", ha attaccato. "Non abbiamo bloccato l'esportazione di neppure una dose di vaccino", ha garantito Johnson durante il question time alla Camera dei Comuni ieri, in risposta alle accuse che sono state definite "completamente false" dal Segretario di Stato agli esteri britannico, Dominic Raab. "Questa pandemia ci ha messo tutti dalla stessa parte nella lotta per la salute globale", ha aggiunto il premier britannico, ribadendo l'opposizione "al nazionalismo dei vaccini in tutte le sue forme".

Contratti migliori

In effetti Londra non ha imposto alcun divieto diretto all'esportazione di vaccini, ma ha stipulato contratti migliori con le case farmaceutiche che hanno assicurato al Paese di ricevere le dosi a un ritmo più rapido rispetto agli altri europei. Addirittura nuove dosi di un vaccino prodotte in Francia, e non ancora autorizzato, saranno mandate a Londra prima ancora che a Parigi. I leader europei, che faticano a far decollare la campagna vaccinale, hanno lamentato che questi contratti hanno lo stesso effetto di un divieto di esportazione e hanno chiesto maggiore chiarezza sul loro funzionamento. Secondo i dati di Our World in Data in tutta l'Unione europea sono state somministrare al moomento circa 43 milioni di dosi, nel solo Regno Unito quasi 24 milioni.

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