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Mercoledì, 6 Dicembre 2023
L'accordo / India

L'India al posto della Cina: così Europa e Italia cercano un'alternativa alla Via della seta

Al G20, Meloni ha annunciato l'addio ai progetti infrastrutturali con Pechino. Mentre la presidente von der Leyen ha svelato il piano che coinvolge Nuova Delhi, Israele e Arabia Saudita

Al G20 di Nuova Dehli, in India, la premier Giorgia Meloni ha annunciato l'addio ufficiale dell'Italia alla nuova Via della seta, il maxi piano di investimenti con cui la Cina sta aumentando la sua influenza geopolitica. A fare da contrappeso a questo "sganciamento" potrebbe essere proprio l'India: il suo presidente Narendra Modi e la leader della Commissione europea Ursula von der Leyen hanno utilizzato proprio il palcoscenico del G20 per lanciare un partenariato strategico che dovrebbe creare un corridoio economico tra India e Europa, passando per il Medio Oriente: Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Giordania e, forse, Israele. 

Il piano, che vede la partecipazione anche degli Stati Uniti, non è ancora stato delineato dei dettagli, ma è chiaro che l'intento è quello di innescare una mole di investimenti infrastrutturali che faccia da contraltare a Pechino. Modi ha descritto questo corridoio come un potenziale "faro di cooperazione, innovazione e progresso condiviso". Il capo della Casa bianca, Joe Biden ne parla come di un "investimento rivoluzionario". Von der Leyen lo ha descritto come "molto più di una semplice ferrovia o un cavo. È un ponte verde e digitale che attraversa continenti e civiltà", ha affermato la presidente della Commissione Ue.

Il progetto, chiamato Partnership for global infrastructure investment, ha due grosse sfida. Da un lato, vuole accelerare il commercio tra India ed Europa (c'è chi parla di un aumento del 40% degli scambi). Dall'altro, potrebbe contribuire a normalizzare le relazioni tra Israele e gli Stati del Golfo, motivo per cui gli Stati Uniti sono direttamente interessati al piano. In tal senso, mettere insieme Arabia Saudita e Israele sarebbe un gran colpo, dal punto di vista di Washington. Per il momento, Tel Aviv non ha messo la sua firma sul progetto, a differenza di Riad ed Emirati Arabi. Ma è stata citata nelle prime linee strategiche. 

Il corridoio, ha spiegato Bruxelles, intende "integrare le linee ferroviarie e i collegamenti portuali dall’India all'Europa, attraverso gli Emirati Arabi Uniti, l'Arabia Saudita, la Giordania e Israele, garantendo un transito delle merci più agevole e veloce". Inoltre, si prefigge di "sviluppare le infrastrutture energetiche e consentire la produzione e il trasporto di idrogeno verde a tutti i partner". Infine, vuole "rafforzare le telecomunicazioni e il trasferimento di dati grazie a un nuovo cavo sottomarino".

A oggi, non è ancora chiara la mole di denaro che dovrebbe dare sostanza al corridoio, né la suddivisione degli oneri negli investimenti. Un gruppo di lavoro elaborerà piani più completi nei prossimi 60 giorni. E Biden assicura: "Sarà un affare davvero grosso", ha detto a margine del G20.

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