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Venerdì, 29 Marzo 2024
Codice della strada

Auto straniere, la Corte Ue boccia l'Italia: "Illegale il divieto di circolazione dopo 60 giorni"

Una sentenza dà ragione a una coppia slovacca residente nel nostro Paese, multata perché il loro veicolo è immatricolato all'estero

Era stata introdotta per bloccare le truffe di chi immatricolava l'auto all'estero, pagando meno tasse ed evitando multe. Ma le frodi sono continuate, e adesso la legge che vieta ai veicoli con targa straniera di circolare in Italia per più di 60 giorni, imponendo di fatto l'immatricolazione nel nostro Paese, potrebbe venire cancellata da una sentenza della Corte di giustizia europea. Secondo i giudici di Lussemburgo, infatti, la norma viola il diritto Ue. 

La Corte si è pronunciata sul caso di una coppia slovacca, ma residente a Massa Carrara, che ha fatto ricorso contro una multa elevata dalla polizia stradale. La coppia stava andando al supemercato con l'auto della moglie: la donna è residente stabilmente in Slovacchia, così come l'auto è immatricolata in quel Paese. Il problema, però, è che alla guida c'era il marito, che invece risiede stabilmente in Italia: fermati a un posto di blocco, gli agenti hanno applicato la legge e comminato loro una sanzione amministrativa.

I due hanno impugnato la multa davanti al giudice di pace, il quale "ha sottolineato l’eccessiva onerosità di tale obbligo, sia in termini di costi che di complessità delle procedure amministrative", si legge in una nota della Corte Ue. Il giudice italiano "ha inoltre ritenuto che l’anzidetto divieto costituisca, da un lato, una discriminazione fondata sulla nazionalità e, d’altro lato, una limitazione all’esercizio di taluni diritti riconosciuti" dai Trattati Ue. Per questo, ha chiesto il pronunciamento della giustizia europea. 

La Corte ritiene innanzitutto che il caso specifico viola le norme Ue sulla libera circolazione dei capitali: essendo l'auto data in "comodato d'uso" dalla moglie al marito, di fatto l'Italia impone "una tassa al comodato d’uso transfrontaliero dei veicoli a motore" e questo va contro la libera circolazione di capitali sancita dai Trattati.

Ma il passaggio più importante della sentenza riguarda il divieto generale alla circolazione di veicoli immatricolati in un altro Paese: "In via di principio", scrivono i giudici europei, è contraria al diritto dell’Unione "una norma nazionale che vieti a chiunque sia residente in uno Stato membro da un periodo superiore a 60 giorni di circolare sul territorio con un veicolo immatricolato in altro Stato membro, quando la norma non tenga conto della temporaneità dell’utilizzo del veicolo sul territorio nazionale".

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