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Giovedì, 25 Aprile 2024
Guerra Russia-Ucraina

L’Ue critica l’Italia sul piano per il cessate il fuoco: “Tocca a Kiev dettare le condizioni”

Il capo della diplomazia europea Borrell promuove “tutti gli sforzi per porre fine al conflitto”, ma chiarisce che deve decidere l’Ucraina. Poi l’appello all’unità che suona come un rimprovero

La proposta italiana presentata alle Nazioni Unite per arrivare a un cessate il fuoco in Ucraina garantendo la neutralità delle regioni ‘calde’ - se non dell'intero Paese - non convince l’Unione europea. Lo ha fatto capire oggi l’Alto rappresentante Ue per la Politica estera, Josep Borrell, dopo che ieri il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, ha consegnato all’Onu - in perfetta solitudine e senza coordinamento con gli omologhi Ue - un percorso in quattro tappe per la pacificazione dell’Ucraina. 

“Ho preso atto dell'annuncio da parte del nostro collega italiano di un piano di pace presentato dall'Italia al segretario generale delle Nazioni Unite lo scorso 19 maggio”, ha detto oggi Borrell riferendosi alla proposta di Di Maio senza mai nominarlo. “Noi dell'Unione europea sosteniamo tutti gli sforzi per cercare di porre fine al conflitto”, ha aggiunto il capo della diplomazia Ue di fronte alle telecamere. “Ma ciò, dal punto di vista europeo, richiede un arresto immediato dell'aggressione e il ritiro incondizionato delle truppe russe dal territorio dell’Ucraina”, ha sottolineato Borrell per poi arrivare al nocciolo della questione. 

“Le condizioni per questo cessate il fuoco devono essere decise dall’Ucraina”, ha scandito l’Alto rappresentante. La proposta italiana, invece, pone l’ipotesi della neutralità di Kiev, o delle regioni della Crimea e del Donbass, nel contesto delle alleanze internazionali. Una proposta inserita nel percorso di pacificazione del Paese sulla quale non si è ancora espresso il governo ucraino. “Ora, a livello di Unione europea, noi cerchiamo di sostenere l’Ucraina” e “facciamo ogni sforzo diplomatico per raggiungere un cessate il fuoco”, ha puntualizzato Borrell. 

“Ma vogliamo anche che quando ci saranno i negoziati, che a un certo punto si svolgeranno, l'Ucraina vi arrivi in una posizione di forza”. Una frase ribadita più volte da quel ‘lontano’ 24 febbraio scorso, quando i carri armati russi sono entrati nel territorio ucraino. Da quella data in poi l’Ue non si è mai posta come mediatrice equidistante tra le due parti in conflitto, ma come alleata dell’Ucraina nella guerra di difesa dall’attacco russo. Una scelta di campo che parte dalla considerazione che nel conflitto in atto ci sono un aggressore (la Russia) e un aggredito (l’Ucraina). 

“Chiedo a noi europei di mantenere l'unità su tutti i fronti, diplomatico e militare, quando si tratta dell'aggressione della Russia contro l’Ucraina”, ha concluso Borrell. Probabilmente un rimprovero implicito al governo italiano per aver agito senza coinvolgere gli altri Paesi Ue nell’iniziativa per il cessate il fuoco.

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