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Venerdì, 29 Marzo 2024
Infrazione

L'Ue contro le università italiane: "I docenti stranieri vanno pagati"

Gli atenei non hanno ancora applicato la legge del 2004 che equipara i lettori ai ricercatori. E Bruxelles potrebbe portare l'Italia di fronte ai giudici Ue

Le università italiane sono finite nel mirino di Bruxelles per la discriminazione salariale ai danni dei docenti stranieri. La Commissione europea ha inviato un parere motivato all'Italia, un passo che rappresenta la tappa intermedia di una procedura d'infrazione e lascia al Paese due mesi di tempo per correggere la disparità di trattamento. Il contenzioso riguarda il contratto applicato ai cosiddetti lettori, ovvero ai docenti stranieri che insegnano la loro lingua e cultura agli studenti italiani.

Il contenzioso

La discriminazione dei lettori nelle università italiane è un tema di lunga data. La Commissione ha infatti ricordato una decisione del 2006 della Corte di giustizia dell'Ue nella quale i giudici europei avevano affermato che una legge italiana del 2004 forniva "un quadro accettabile per la cosiddetta 'ricostruzione' delle carriere dei docenti stranieri, o lettori, nelle università italiane". La norma in questione consente l'adeguamento della retribuzione, dell'anzianità e dei relativi diritti previdenziali a quelli di un ricercatore con contratto a tempo parziale garantito ai lettori e riconosce loro il diritto agli arretrati sin dall'inizio del rapporto di lavoro. Molti docenti lavorano per le università italiane anche da decenni, alcuni di loro sono addirittura in pensione, e chiedono che i loro diritti vengano riconosciuti per intero, non solo a partire dalla firma del contratto.

La norma ignorata

Tuttavia, "la maggior parte degli atenei non ha compiuto i passi necessari per una corretta ricostruzione delle carriere dei lettori, con il risultato che la maggior parte dei docenti stranieri non ha ancora ricevuto il denaro a cui ha diritto", ha lamentato l'esecutivo Ue. Condizioni che hanno spinto i lettori a scendere in piazza nel dicembre scorso per ribadire che "non intendono continuare a sopportare un trattamento discriminatorio inaccettabile", si legge in una nota del sindacato. I docenti stranieri hanno anche chiesto "il sostegno degli studenti e dei colleghi professori, ricercatori e tecnico-amministrativi alla loro lotta per poter serenamente garantire alle giovani generazioni italiane la possibilità di apprendere le lingue secondo le migliori prassi e i migliori metodi riconosciuti dalla comunità scientifica internazionale".

Italia a rischio sanzioni

L'Italia, che non ha adottato le misure necessarie richieste dall'avvio della procedura di infrazione nel settembre 2021, a detta dell'Ue continua a discriminare i docenti stranieri. Se non verranno adottate le misure necessarie, la Commissione potrebbe decidere di portare nuovamente il caso di fronte alla Corte di giustizia dell'Ue e dunque aprire a possibili sanzioni economiche per l'Italia.

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