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Venerdì, 29 Marzo 2024
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La beffa del vaccino Curevac: investimento milionario dell'Ue, ma è efficace solo al 47%

Bruxelles ha sostenuto finanziariamente la casa farmaceutica tedesca, ma mantiene il segreto sugli importi. Mistero anche sulla data limite per ricevere l’ok dell’Ema

Il tracollo in Borsa di CureVac - dovuto alla notizia che il suo vaccino anti-Covid ha un’efficacia pari al 47% - mette in imbarazzo l’Unione europea, che aveva firmato un maxi contratto di fornitura con l’azienda tedesca. La casa farmaceutica con sede a Tubinga (35 chilometri da Stoccarda), lo scorso 17 novembre aveva sottoscritto con la Commissione un accordo preliminare di acquisto per 225 milioni di dosi da fornire “non appena saranno dimostrate la sicurezza e l'efficacia del vaccino contro il Covid-19”, aveva spiegato l’esecutivo Ue. In attesa dell’ok dell’Ema, Bruxelles ha sostenuto finanziariamente l’azienda. Ma i cittadini europei, almeno per il momento, non hanno modo di sapere quanti soldi delle loro tasse sono andati a CureVac. 

Il sostegno finanziario Ue

“Non comunichiamo le cifre del sostegno che investiamo in ogni azienda per lo sviluppo della capacità di produzione” dei vaccini anti-Covid, ha detto in conferenza stampa Stefan De Keersmaecker, portavoce della Commissione europea. “Abbiamo usato approssimativamente 2,9 miliardi di euro per investire nella capacità di produzione delle diverse aziende, ma non dichiariamo le cifre su ogni azienda perché sono considerate informazioni riservate”, ha ammesso il portavoce. Di sicuro c’è solo che la casa farmaceutica tedesca ha ricevuto un prestito da 75 milioni di euro da parte della Banca europea per gli investimenti. Un'operazione finanziata nell'ambito dell'Infectious Diseases Finance Facility di Horizon 2020, il programma di ricerca e innovazione dell'Ue per il periodo 2014-2020. Tuttavia, come si evince dalla versione del contratto pubblicata dalla Commissione, tutte le informazioni finanziarie in merito al sostegno destinato alla capacità produttiva sono oscurate, così come un dettaglio diventato di primaria importanza, ovvero il tempo a disposizione dell’azienda per ottenere l’ok dell’Ema. 

La scadenza

Il contratto firmato dalla Commissione - che ha negoziato con le case farmaceutiche a nome dei 27 Stati membri - prevede infatti una data limite entro la quale CureVac deve ricevere il disco verde dell’Agenzia europea per i medicinali (Ema) per evitare la risoluzione dell’accordo con l’Ue. “Il contratto contiene alcune clausole risolutorie legate all'autorizzazione dell’Ema”, ha detto De Keersmaecker senza però precisare entro quando dovrà arrivare l’ok alle dosi. Nella versione del contratto diffusa dalla Commissione, la data di scadenza è censurata per via del solito accordo di riservatezza.

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