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Lunedì, 2 Ottobre 2023
Il pericolo annunciato

L'Europa blocca i fondi del Pnrr: "L'Italia non riesce a spendere i soldi"

Tegola sul piano di ripresa: mancano all'appello tre misure per sbloccare i fondi chiesti da Roma a dicembre

Perché l'Italia non riesce a spendere i soldi del Pnrr

La Commissione europea ha ritardato di un mese l'erogazione di 19,5 miliardi di euro che sarebbero dovuti andare all'Italia per finanziare il suo Pnrr. Il governo di Giorgia Meloni aveva richiesto il pagamento lo scorso dicembre come terza tranche di fondi previsti dal piano, ma Bruxelles ha riscontrato una serie di problemi legati all'attuazione di tre misure, che "sono oggetto di ulteriore valutazione" come fa sapere l'esecutivo. Secondo quanto reso noto da Palazzo Chigi, la decisione di posticipare la rata è stata presa di comune accordo. Ma sullo sfondo di questo ritardo cominciano ad accumularsi i timori per le difficoltà sempre più grandi che l'amministrazione pubblica italiana sta affrontando nell'attuare il Pnrr. Detto in altri termini, l'Italia non riesce a spendere il gigantesco bottino di sussidi e prestiti stanziati dall'Ue.

Per il momento, i fari di Bruxelles sono su tre misure che avrebbero dovuto essere attuate entro il 2022: le norme sulle concessioni aeroportuali, le reti di teleriscaldamento e due progetti all'interno dei Piani Urbani Integrati: si tratta della riqualificazione dello stadio di Firenze e della creazione del Bosco dello Sport a Venezia. Il governo ha adesso un mese di tempo per rispondere ai rilievi della Commissione e ottenere lo stanziamento della terza tranche. Ma anche se dovesse riuscire a sbloccare lo stallo in corso, Meloni e i suoi ministri non avranno il tempo per rifiatare: il cronoprogramma prevede che l'Italia raggiunga 20 milestone e 7 target entro la fine di giugno per accedere alla quarta tranche di 16 miliardi. Senza dimenticare che, come ricordato dalla relazione di oggi della Corte dei conti, il picco di spesa per l'Italia è atteso tra il 2024 e il 2025, quando ci saranno da utilizzare 45 miliardi.

Pnrr, cronaca di un disastro annunciato

Una marea di investimenti, su cui già gravano preoccupanti ritardi. Secondo le stime della Corte dei conti, abbiamo fin qui effettivamente speso il 13 per cento delle risorse a disposizione, poco meno della metà di quanto avremmo potuto investire. Il governo sta negoziando con Bruxelles la possibilità di spostare alcune spese dal 2026 al 2029. Ma potrebbe non bastare. "I ritardi del Piano nazionale delle riforme sono incolmabili e non dipendono nemmeno dall’incapacità dei governi - avrebbe detto un ministro italiano a La Stampa - È il sistema a non essere in grado di assorbire quel volume di investimenti. Se fossi in Giorgia Meloni, convocherei una conferenza stampa, annuncerei che l’Italia non ce la fa, e chiederei all’Europa o una dilazione dei tempi, o un dimezzamento dei fondi. Dei 209 previsti ne possiamo utilizzare forse cento", conclude. 

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