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Giovedì, 18 Aprile 2024
Denaro sporco

Così l’Ue raddoppierà i beni confiscati alle organizzazioni criminali

Dalle frodi al traffico di droga passando per i reati ambientali: giro di vite della Commissione contro le attività che ogni anno generano profitti per almeno 139 miliardi di euro

Gli Stati Ue oggi riescono a confiscare meno dell’1% dei 139 miliardi di euro di profitti delle organizzazioni criminali. Il valore dei beni ‘congelati’, ovvero sequestrati in attesa di una decisione dell’autorità giudiziaria, si aggira invece attorno a un modesto 2% dell’intero profitto illecito. Questi i numeri presentati dalla Commissione europea per motivare l’urgenza di una nuova direttiva sul recupero e la confisca dei beni frutto di attività illecite. 

Una proposta che mira a velocizzare e snellire le procedure di sequestro e confisca dei proventi delle attività illecite punibili negli Stati membri con pene detentive dai quattro anni in su. Tuttavia, la Commissione spera che le nuove norme sulla confisca possano presto essere applicate anche al nascituro reato Ue di violazione delle misure restrittive europee, come le attuali sanzioni contro Mosca e i suoi oligarchi ritenuti responsabili dell’invasione dell’Ucraina. Anche questa proposta fa parte del pacchetto presentato ieri da Palazzo Berlaymont e andrà approvata dai governi all’unanimità. Ma al momento solo quattordici Stati membri su ventisette prevedono pene detentive per la violazione delle sanzioni. In attesa che i governi nazionali approvino e recepiscano nei rispettivi codici penali le norme proposte dalla Commissione, il giro di vite sulla confisca dei beni si applicherà quindi solo alle organizzazioni criminali e alle loro attività. 

Le più redditizie sono le frodi, che nel 2019 hanno fruttato oltre 77 miliardi di euro alle reti malavitose, seguite dal traffico di droga (30 mld), i crimini ambientali (9,5 mld), i contrabbando di tabacco (8,3 mld), il traffico di essere umani (7,1 mld), i crimini contro la proprietà (3,3 mld), le frodi sulle carte bancarie (1,8 mld) e i traffici illeciti d’armi (408 milioni) e di migranti (289 mln). 

La proposta di direttiva, anzitutto, mira ad estendere il mandato degli uffici nazionali per il recupero dei beni provenienti da attività criminali per includere il “congelamento urgente” di asset fino a un massimo di sette giorni quando vi è il rischio che i beni possano essere occultati alle autorità (come i portafogli di criptovalute). La proposta prevede anche l’istituzione di uffici di gestione patrimoniale in tutti gli Stati membri dell'Ue per garantire che i beni congelati non perdano valore, consentendo la vendita degli asset sequestrati che potrebbero facilmente deprezzarsi o che sono troppo costosi da mantenere. 

La Commissione europea stima costi aggiuntivi per le pubbliche amministrazioni compresi tra i 30 e i 40 milioni di euro. “Tuttavia - si legge in un documento dell’esecutivo Ue - i costi aggiuntivi sono più che compensati” dal momento che “le misure previste potrebbero comportare un raddoppio approssimativo dei beni recuperati, che ora rappresentano un miliardo di euro all’anno”.

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