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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Guerra Russia-Ucraina

L’Ue bacchetta i media italiani megafono del Cremlino: “Impedire incitamento all’odio”

La Commissione europea replica alle recenti apparizioni in tv di giornalisti russi che difendono il punto di vista di Mosca sulla guerra in Ucraina. Schinas su Lavrov: “Banalizza l’Olocausto”

Gli spazi che il Cremlino si è ritagliato in prima serata sui canali televisivi italiani cominciano a preoccupare la Commissione europea. In un intervento alquanto inusuale per lo stile comunicativo dell’attuale esecutivo Ue, i media italiani sono stati ‘richiamati’ da un portavoce della Commissione. “I canali di informazione dell'Unione europea e degli Stati membri devono vigilare e non permettere l'incitamento alla violenza o all'odio nei programmi”, ha detto Johannes Bahrke, portavoce della Commissione europea, rispondendo a una domanda sulla partecipazione ai talk show italiani di giornalisti russi che difendono il punto di vista pro-Cremlino sull’invasione dell’Ucraina.

Gli aggiornamenti dalla guerra in diretta

Dopo le polemiche sulla recente intervista al ministro degli Esteri russo, Sergey Lavrov, che ha generato la reazione anche del governo israeliano, l’Ue ha ricordato che parte delle sanzioni contro Mosca riguardano anche la capacità del governo di Vladimir Putin di influenzare l’opinione pubblica europea. 

“Due mesi fa - ha ricordato il portavoce - l'Unione europea ha adottato sanzioni contro le attività del Cremlino in materia di disinformazione e manipolazione dell'informazione condotte da Russia Today e Sputnik”. Si tratta di “misure temporanee prese in un contesto molto specifico e senza precedenti”, dal momento che “la propaganda e la disinformazione diffusa da Russia Today e Sputnik è uno strumento essenziale per sostenere l'aggressione russa dell’Ucraina”. 

I giornalisti che hanno lavorato per le due testate, ha precisato il portavoce Ue, “non sono colpiti dalle sanzioni”, ma queste ultime prevedono comunque “una clausola di anti-elusione” ai sensi della quale “la libertà d'espressione non può essere invocata dagli altri media per aggirare le sanzioni”.

Per questo motivo, “i media devono contestualizzare quando invitano giornalisti che hanno lavorato per Russia Today e Sputnik”, ha spiegato Bahrke senza dare dettagli sulle metodologie da seguire. “Il valore della libertà d'espressione è di importanza fondamentale, ma qui non si tratta di censurare opinioni bensì di contrastare la disinformazione”, ha concluso il portavoce.

A stretto giro è arrivata anche la reazione del vicepresidente della Commissione, Margaritis Schinas, alle parole di Lavrov, che su Rete 4 ha citato la teoria delle presunte origini ebraiche di Adolf Hitler per accusare a sua volta il presidente ucraino Volodymyr Zelensky di essere nazista. “Questi commenti perpetuano la narrativa oltraggiosa sulla ‘denazificazione’ dell'Ucraina, e sono di fatto falsi, distorcono e banalizzano l'Olocausto - il genocidio di 6 milioni di ebrei”, ha scritto il vicepresidente dell’esecutivo Ue. “Qualsiasi tentativo di trasformare le vittime della Shoah in carnefici è inaccettabile”, ha aggiunto Schinas.

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