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Giovedì, 28 Marzo 2024
La strategia

Perché l'Ue vuole aumentare i rimpatri di migranti irregolari

Lo scorso anno i Paesi membri hanno ricevuto oltre 900mila domande d'asilo e circa 300mila ingressi illegali. Ma solo al 16% dei decreti di espulsione segue un’effettiva richiesta di rimpatrio

L'Europa sotto pressione sui migranti cercherà di aumentare il numero di rimpatri per alleggerire il sistema di gestione delle domande d'asilo. Il nuovo focus sulle espulsioni è stato annunciato dalla Commissione europea con la "Strategia operativa" per rendere più efficaci e rapidi i rimpatri di migranti irregolari. "Lo scorso anno sono state presentate nell'Ue 924mila domande d'asilo" una cifra pari a "quasi tre volte gli arrivi illegali di migranti", ha detto la commissaria europea agli Affari interni, Ylva Johansson. 

Ad accumularsi sui rispettivi sistemi d'accoglienza sono i richiedenti asilo che hanno aspettato alla fine della pandemia prima di spostarsi in Europa assieme ai nuovi profughi del conflitto ucraino, circa 4 milioni di persone, e agli altri migranti in fuga da altre crisi in corso. Al netto degli ucraini scappati dalla guerra, che beneficiano di un permesso di soggiorno temporaneo in tutti i Paesi Ue, gli Stati membri hanno assistito a "un aumento delle domande d'asilo pari al 50% rispetto all'anno precedente", ha aggiunto Johansson commentando i dati del 2022.

"La gran parte delle domande sono state presentate in Germania, Francia, Spagna e Austria", ha aggiunto la commissaria. Analizzando invece il rapporto tra numero abitanti e di domande d'asilo "vediamo che Cipro è il Paese con la pressione più alta, seguito da l'Austria. Poi vengono Grecia, Lussemburgo, Slovenia e Belgio".

Oltre ai migranti irregolari che non fanno domanda d'asilo, ce ne sono tanti altri che chiedono comunque la protezione internazionale e ai quali viene rifiutata la richiesta. Ma i tentativi dei Paesi europei di rimandare al proprio Paese d'origine chi non ha diritto di restare nell'Ue normalmente non vanno a buon fine. "Oggi solo il 16% dei decreti di espulsione viene seguito da un’effettiva richiesta di rimpatrio", ha spiegato Johansson. "È importante aumentare la cooperazione con i Paesi terzi per velocizzare i rimpatri", ha auspicato la commissaria Ue.

Di qui il nuovo documento presentato con poco più di due settimane di anticipo rispetto al Consiglio europeo nel quale i leader Ue torneranno a parlare del dossier migranti dopo l'aumento dei flussi nel 2022 e la crisi tra Italia e Francia sull'accoglienza dei naufraghi salvati dalle ong che operano nel Mediterraneo. "Dobbiamo fare un lavoro di squadra", ha chiesto Johansson indicando che, se un Paese extra-Ue rifiuta i cittadini rimpatriati, occorre reagire in modo unitario perché "gli Stati membri, così come la Commissione, non possono farcela da soli".

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La strategia annunciata copre quattro aree di interesse: azioni mirate sui bisogni immediati, comprese operazioni di rimpatrio congiunte in determinati Paesi terzi; accelerare il processo di rimpatrio; promuovere la consulenza per il rimpatrio e il reinserimento; la digitalizzazione della gestione dei rimpatri. "Un sistema efficace e comune dell'Ue per i rimpatri è un pilastro centrale dei sistemi di migrazione e asilo ben funzionanti e credibili, nonché dell'approccio globale del nuovo Patto Ue sulla migrazione e l'asilo", ha evidenziato la Commissione europea. "Un sistema efficace e comune dell'Ue per i rimpatri dovrebbe anche fungere da deterrente per contribuire a ridurre la migrazione pericolosa e irregolare", ha concluso l'esecutivo europeo.

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