Perché l'Ucraina rischia di litigare con l'Europa a causa del grano
Fino al 15 settembre Polonia e altri 4 Stati godono di restrizioni alle importazioni agricole da Kiev. In caso di proroga Zelensky minaccia di denunciare l'Ue all'Organizzazione mondiale del Commercio
Proprio non sono andate giù a Volodymyr Zelensky le restrizioni alle esportazioni agricole ucraine accordate ad alcuni Stati europei all'inizio dell'anno. Dopo le proteste verbali adesso l’Ucraina minaccia di portare Bruxelles e i Paesi membri dell’Unione europea davanti all’Organizzazione Mondiale del Commercio nel caso in cui venissero prorogate. La scadenza è prossima: le limitazioni sono in vigore fino al 15 settembre e l'Unione europea dovrà decidere se continuare a "proteggere" i mercati interni di Polonia ed altri quattro Paesi membri, inimicandosi ancor più Kiev, o se cedere alle pressioni ucraine e dover risolvere poi internamente la diatriba.
Restrizioni irritanti
Il grano, insieme ad altri cereali e agli oli vegetali come quello di girasole, rappresentano il principale bene dell'Ucraina, esportato in tutto il mondo. Con l'abbandono della rotta sul Mar Nero a causa del ritiro della Russia, la "via europea" è diventata ancora più vitale per garantire i viaggi dei prodotti agricoli. L'Unione europea si è impegnata sin dall'inizio del conflitto ad aiutare Kiev per proseguire le sue esportazioni agricole, destinante principalmente ad alcuni Paesi africani ed asiatici. Il passaggio terrestre attraverso i confini orientali dell'Ue avrebbe però provocato gravi speculazioni e dissesti nei mercati interni di cinque Paesi. Dopo l'insorgere dei contadini, Polonia, Ungheria, Romania, Bulgaria e Slovacchia hanno ottenuto un accordo con la Commissione europea all’inizio di quest’anno per proteggere i loro agricoltori dall'afflusso di prodotti ucraini. Essendo molto più economici, i beni provenienti dal Paese in guerra avrebbero scombussolato, a detta dei cinque governi, le loro economie. La decisione aveva suscitato immediatamente le ire del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, irritato soprattutto con la Polonia nonostante la solidarietà dimostrata sin dall'inizio del conflitto da Varsavia.
La mossa di Kiev
Il bando alle importazioni è già stato prorogato una volta e scadrà il 15 settembre. In prossimità di questa data chiave, Bruxelles è stretta tra due fuochi. Kiev ha minacciato apertamente di adire l'Organizzazione mondiale del commercio nel caso in cui le misure "anti-grano" ucraino verranno rinnovate, sperando in una condanna dell'Ue. "Con pieno rispetto e gratitudine verso la Polonia, in caso di introduzione di eventuali divieti successivi al 15 settembre, l'Ucraina porterà il caso contro la Polonia e l'Ue davanti all'Organizzazione mondiale del commercio", ha dichiarato al giornale Politico Taras Kachka, viceministro dell'economia ucraino.
Secondo il governo gialloblu le limitazioni violano l’accordo di libero scambio che dal 2014 lega l'Ue all'Ucraina. Nel commentare la scelta, Kachka avrebbe affermato che non c'erano prove di "deviazioni di prezzo" o di un aumento significativo delle forniture di grano. Le restrizioni risulterebbero a suo avviso ingiustificate. Un avvertimento era già arrivato nei giorni scorsi. Interrogato da Interfax-Ucraina, Igor Zhovka, un assistente del presidente Volodymyr Zelenskyy, aveva accennato alla possibilità di Kiev di riservarsi "la scelta dei meccanismi legali su come rispondere" nel caso in cui Bruxelles decidesse di prorogare il divieto. Stessa posizione espressa dal ministro degli esteri ucraino. Kiev sembra quindi decisa a "punire" l'Ue nonostante il pieno sostegno nel conflitto e i numerosi aiuti economici.
Il commissario polacco
Nel caso in cui i funzionari europei decidessero di far cadere le restrizioni, Ursula von der Leyen si scontrerebbe con i Paesi membri tutelati finora. I governi di Polonia e Ungheria hanno già minacciato di imporre i divieti unilaterali alle importazioni, ignorando le regole commerciali comuni al blocco dei 27. A sostenere la posizione dei dissidenti dell'Est c'è in prima fila il commissario all'Agricoltura Janusz Wojciechowski. Polacco, esponente del Partito popolare europeo e vicino al governo di destra in carica a Varsavia, ha fatto della battaglia per le limitazioni al grano ucraino una questione elettorale. In Polonia il voto è previsto a metà ottobre e Wojciechowski cerca consenso in patria anche in vista delle elezioni europee dell'anno prossimo. Per questo sta tentando di convincere funzionari europei e gli altri governi a prorogare le restrizioni fino alla fine dell'anno. In caso contrario, ha assicurato il potente commissario all'Agricoltura, "avremo di nuovo una crisi enorme nei cinque Stati membri in prima linea". Il bando alle importazioni era stato accompagnato da aiuti per 100 milioni di euro, distribuiti tra gli agricoltori dell'Est Europa. Una scelta che ha generato un diffuso malcontento tra gli altri Stati membri così come tra i funzionari di Bruxelles, che hanno letto la misura speciale come una minaccia all’integrità del mercato unico europeo.