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Giovedì, 28 Marzo 2024
Il racconto della guerra

L'Ucraina accusa le grandi banche di “crimini di guerra”

Kiev minaccia di trascinare le società accusate di aiutare la Russia davanti alla Corte penale internazionale

Il governo di Kiev ha accusato un gruppo delle più potenti istituzioni finanziarie del mondo di "crimini di guerra" per il loro sostegno a Mosca. A puntare il dito contro le grandi banche è stato Oleg Ustenko, consigliere economico del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che ha accusato i big della finanza americani ed europei di “prolungare il conflitto e le sofferenze" del popolo ucraino aiutando le autorità russe a finanziare le proprie esportazioni di idrocarburi e dunque ad avere risorse per portare avanti l'invasione dell'Ucraina. 

Ustenko ha espressamente citato i quattro gruppi finanziari finiti nel mirino di Kiev: HSBC, Citigroup, Crédit Agricole e JP Morgan. A finire sotto accusa sono anche le principali società di commercio di materie prime - Vitol, Trafigura, Glencore e Gunvor - messe alla berlina per le loro vendite e acquisti di petrolio russo.

Ufficialmente, le aziende accusate da Kiev applicano alla lettera le sanzioni internazionali. Tuttavia è anche vero che le sanzioni non impediscono, almeno per il momento, una serie di rapporti commerciali che le grandi banche continuano ad intrattenere con la Russia.

In questa situazione di stallo, l'Ucraina minaccia di trascinare le società prese di mira davanti alla Corte penale internazionale dopo la guerra. Sebbene questo tribunale non abbia il potere di indagare sulle azioni di governi e aziende, può perseguire le singole persone accusate di "crimini di guerra”.

L'evoluzione giurisprudenziale potrebbe andare incontro a Kiev. Le aziende internazionali, ai sensi delle regole approvate negli ultimi anni, devono infatti tenere conto della situazione dei diritti umani e del rispetto per l'ambiente nei Paesi con cui operano. La banca francese Bnp Paribas, ad esempio, è finita nel mirino della giustizia di Parigi per "crimini contro l'umanità" a causa delle sue attività in Sudan negli anni 2000. Un precedente che potrebbe pesare sul futuro delle grandi banche.

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