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Sabato, 20 Aprile 2024
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Dagli U2 a Cocciante, così l'Olanda è il paradiso fiscale anche per i diritti d'autore

Tra chi ha contribuito alle entrate dei Paesi Bassi si trovano pure il cantante degli ABBA e gli AC/DC. Un’inchiesta di Follow the Money scava negli affari delle band

Dai ritornelli pop degli ABBA ai testi da urlo degli AC/DC, passando per le canzoni d’amore di Riccardo Cocciante. Il regime fiscale ‘light’ che per decenni ha attratto nei Paesi Bassi le sedi delle multinazionali di tutta Europa sembra aver conquistato il mondo della musica senza fare distinzioni di genere o epoca. Spesso le società di comodo per dichiarare le royalties dei diritti d’autore nel paradiso fiscale Ue vengono create da investitori privati, non necessariamente in combutta con l’artista. Altre volte, sono gli stessi musicisti ad aprire bottega dove si pagano meno tasse. 

I tentativi riusciti o falliti da parte dei divi del palcoscenico di alleggerire il proprio carico fiscale con una sede in Olanda sono stati raccolti nell’inchiesta DiscoLeaks, pubblicata da Follow the Money, un testata online di giornalismo investigativo. 

Gli U2, ad esempio, sono finiti nella bufera nel 2009 quando si venne a sapere che tre anni prima la rockband irlandese, famosa in tutto il mondo per l’impegno nella lotta alla povertà, aveva trasferito in Olanda la società che incassava i diritti della loro musica. “Paghiamo milioni e milioni di dollari di tasse”, fu la risposta piccata di Bono di fronte alle critiche. Ancora più secca fu la reazione del chitarrista The Edge, secondo il quale la sede fiscale della band era “una cosa privata”. “Facciamo affari e paghiamo le tasse in tutto il mondo, siamo totalmente conformi alle regole fiscali”, tagliò corto l’artista.

Decenni prima, il cantante degli ABBA, Bjorn Ulvaeus, aveva aperto una società a responsabilità limitata in Olanda e una società per azioni con sede a Curacao, territorio d’oltremare del Regno dei Paesi Bassi. Dopo aver venduto milioni di dischi, Ulvaeus era tornato a vivere nel suo Paese d’origine, la Svezia, dove “il fisco gli ha chiesto 87 milioni di corone svedesi (circa 8,5 milioni di euro) arretrati di tasse e interessi. Ulvaeus è stato infine assolto, ha affermato anni dopo”.

Tra gli artisti citati dall’inchiesta c’è anche il cantante italiano Riccardo Cocciante. “La sua BV olandese - l’equivalente di una srl - è stata fondata dai dipendenti dell'ufficio fiduciario Zarf Trust”. La società “è ancora attiva - si legge nell’inchiesta - ma, a giudicare dalle relazioni annuali, sembra in via di chiusura: le attività e il totale di bilancio sono diminuiti ogni anno dal 2014”.

Tra le decine di band e artisti tirati in ballo da Follow the Money sono spuntati pure gli AC/DC. Una società olandese riconducibile al gruppo rock australiano nel 2018 ha pubblicato un rapporto dal quale risulta “un fatturato di 22 milioni di dollari”, 18 milioni dei quali sono stati spesi in stipendi. Un piede in paradiso per la band famosa in tutto il mondo per le note di Highway to Hell.

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