rotate-mobile
Venerdì, 19 Aprile 2024
La sfida / Turchia

Elezioni in Turchia: cosa succede adesso

Alle presidenziali, Erdogan si ferma al 49,4% dei voti. Lo sfidante Kilicdaroglu è al 45%.

Il futuro della Turchia si giocherà nella sfida tra un balcone e una cucina. Il balcone da cui il presidente in carica Recep Tayyip Erdogan, a spoglio ancora in corso, ha intrattenuto la folla di sostenitori intonando un "vi amo così tanto" e ringraziandoli per la "festa di democrazia" che avevano offerto. Dall'altro lato, la cucina del leader dell'opposizione Kemal Kilicdaroglu, scelta come location per i video spot in cui ha accusato il rivale di aver fallito in economia e soprattutto nel contrastare l'inflazione. A dispetto di quanto dichiarato da Erdogan, la sfida non si è chiusa con il voto di domenica: il presidente in carica ha ottenuto il 49,2% delle preferenze, poco sotto la soglia per l'elezione diretta. Kilicdaroglu si è fermato al 45%. Adesso, i duellanti avranno due settimane per convincere gli indecisi: il ballottaggio si terrà il 28 maggio.

Gli occhi sono puntati sugli elettori di Sinan Ogan, candidato indipendente dell'area della destra nazionalista che ha ottenuto poco più del 5% dei voti. Sulla carta, le sue posizioni sono più vicine a quelle di Erdogan, in particolare quando si tratta di affrontare la questione curda. Del resto, Ogan proviene dall'Mhp, il movimento nazionalista che sostiene l'attuale presidente. Ma proprio i dissapori con il vecchio partito potrebbero spingere Ogan a "turarsi" il naso e a dare indicazioni ai suoi a favore di Kilicdaroglu. 

Cosa succederà da qui al 28 maggio, resta comunque poco decifrabile. Da quando Erdogan ha riformato la costituzione in chiave presidenzialista (una riforma che gli ha permesso di continuare a tenere il timone del Paese per altri dieci anni dopo un primo decennio da premier), è la prima volta che la Turchia va al ballottaggio. Alle ultime elezioni, Erdogan aveva ottenuto il 52%, non molto lontano dal risultato attuale. La differenza rispetto a 5 anni fa è che, dall'altro lato della barricata, le forze dell'opposizione si sono unite. 

Kilicdaroglu, economista esperto e leader del Partito popolare repubblicano (Chp), è riuscito a unire i curdi dell'Hdp con un'alleanza di moderati e nazionalisti (Iyi), passando per la sinistra. Con lui anche gli influenti sindaci di Istanbul, Ekrem Imamglu, e di Ankara, Mansur Yavas. Sono stati proprio Imamglu e Yavas a denunciare l'agenzia di stampa statale Anadolu di cercare di influenzare il voto: a urne ancora aperte, l'agenzia riportava degli exit poll, rilanciati dai principali media, che accreditavano Erdogan di oltre il 54% dei voti, mentre l'avversario si sarebbe fermato sotto il 40%. I due sindaci hanno ricordato ai loro sostenitori quanto successo in occasione delle elezioni che li hanno portati a guidare le due principali città del Paese: anche in quell'occasione, gli exit poll davano un netto vantaggio ai candidati dell'Akk, il partito di Erdogan. I risultati finali, invece, hanno ribaltato quei sondaggi.

Succederà lo stesso con Kilicdaroglu? L'opposizione ci spera, ma il presidente in carica ha dimostrato di essere più resiliente di quanto si pensava nelle ultime settimane. Né l'inflazione galoppante, né il terremoto che ha sconvolto il sud est del Paese sembrano aver scalfito la sua base di consensi. Una flessione rispetto al 2018 vi è stata, ma l'Akk resta il primo partito e con i nazionalisti dell'Mhp continua ad avere la maggioranza dei seggi del Parlamento. Erdogan c'ha messo poi del suo, da un lato con misure populiste come l'aumento degli stipendi dei dipendenti pubblici a ridosso del voto, dall'altro con una retorica che continua a infiammare non solo conservatori e tradizionalisti.

Il presidente sa che bisogna dimostrarsi forti e sicuri. Quando i conteggi erano ancora in corso, si è sporto dal balcone del suo quartier generale annunciando di essere a un passo dalla vittoria (cosa poi non verificatasi) e aggiungendo di essere pronto comunque al ballottaggio: "Alcune persone sono in cucina, noi siamo sul balcone - ha esordito con una chiara stoccata agli spot di Kilicdaroglu - Pensiamo di vincere le elezioni al primo turno. Ma se la nostra gente ha deciso di andare al ballottaggio, anche questo è il benvenuto". 

Parole a cui ha replicato poco dopo Kilicdaroglu: "La nostra gente dovrebbe essere certa che vinceremo sicuramente e porteremo la democrazia in questo Paese", ha detto. "Nonostante tutte le sue calunnie e insulti, Erdogan non ha ottenuto il risultato che si aspettava. Nessuno dovrebbe cercare il fatto compiuto. Le elezioni non si vincono sui balconi", ha concluso.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Elezioni in Turchia: cosa succede adesso

Today è in caricamento