Le tragedie in mare ora sono nell'Atlantico: quattro migranti muoiono nel viaggio verso le Canarie
I flussi sulla rotta verso le isole spagnole sono aumentati di otto volte lo scorso anno. Secondo l'Onu a influire c'è l'instabilità nel Sahel ma anche i cambiamenti climatici che rendono la vita più difficile in Africa occidentale
Se le tragedie nel Mediterraneo sono una ormai triste consuetudine, il fronte della disperazione ora sembra si stia spostando nell'Atlantico dove con l'aumentare dei flussi migratori stanno aumentando anche i decessi che, purtroppo, ad essi sono collegati.
Quattro morti
Tre uomini sono annegati mentre cercavano di raggiungere Tenerife in barca mentre un quarto è approdato a terra ma è morto poco dopo per insufficienza cardiaca. I servizi di emergenza hanno affermato che i quattro sono stati i primi decessi di quest'anno tra i migranti in arrivo alle Isole Canarie, la nuova frontiera degli ingressi in Unione europea attraverso la Spagna. Secondo quanto riporta riporta Canaria7 un totale di 47 migranti erano sulla barca e tra i 43 sopravvissuti ci sono una donna e 17 minorenni. Tre dei passeggeri dell'imbarcazione di fortuna sono stati ricoverati in ospedale per disidratazione e ustioni chimiche causate dalla miscela di acqua di mare e carburante per motori. Il ministero dell'Interno spagnolo ha segnalato un aumento di otto volte del numero di migranti che tentano la pericolosa traversata su barche poco sicure e spesso sovraffollate provenienti dall'Africa continentale, passando dai 2.687 nel 2019 ai 23.023 dello scorso anno.
Flussi in aumento
Complessivamente, il numero di migranti intercettati in Spagna nel 2020 è aumentato del 29% arrivando a 41.861, ma sempre meno persone navigano nel mediterraneo verso la Spagna continentale e le Isole Baleari o cercano di attraversare il confine terrestre tra il Marocco e le enclavi spagnole di Ceuta e Melilla. I dati dell'Unhcr, l'Alto Commissariato Onu per i rifugiati, mostrano un calo delle traversate del Mediterraneo da 123.663 nel 2019 a 86.649 lo scorso anno. L'agenzia ha affermato che l'aumento dei migranti sulla rotta atlantica è in parte attribuibile anche alla “insicurezza e persecuzione nel Sahel”, oltre che ai cambiamenti climatici.
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