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Martedì, 23 Aprile 2024
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Ritrovato in Norvegia il corpo di un bimbo annegato 8 mesi fa nella Manica

Si chiamava Artin e aveva 15 mesi. Nel tentativo di raggiungere il Regno Unito erano morti anche i genitori e i fratellini, ma il piccolo non era stato mai trovato. Uno degli ultimi sms della madre: "Sappiamo che è pericoloso ma non abbiamo scelta"

La polizia norvegese ha riferito di aver trovato sulla costa sud-occidentale del Paese il corpo di un bambino di 15 mesi che si è scoperto essere quello scomparso dopo un naufragio avvenuto il 27 ottobre scorso nello Stretto della Manica. La vittima si chiamava Artin, annegato insieme alla famiglia curdo-iraniana con la quale era partito dalla Francia con l'obiettivo di attraversare la Manica e raggiungere il Regno Unito. Le autorità norvegesi precisano che il corpo è stato ritrovato a Capodanno vicino a Karmoy, ma solo ora è stato possibile identificare la vittima tramite il Dna e adesso i suoi resti verranno mandati in Iran per la sepoltura."Professionisti qualificati del dipartimento di scienze forensi dell'ospedale universitario di Oslo sono riusciti a recuperare i profili del Dna corrispondenti", si legge in una nota della polizia.

Morta un'intera famiglia

Gli altri membri della famiglia che morirono nel naufragio di quel terribile giorno furono il padre del piccolo, Rasoul Iran Nejad di 35 anni, la madre Shiva Mohammad Panahi di 35 anni, la sorella Anita di nove e il fratello Armin di sei. La famiglia proveniva dalla città di Sardasht nell'Iran occidentale, vicino al confine con l'Iraq. Altri quindici migranti quel giorno furono portati in ospedale e sul naufragio è stata aperta un'inchiesta a Dunkerque dalla procura francese. Si ritiene che la famiglia avesse pagato un contrabbandiere di esseri umani almeno 5mila euro per il tentativo di traversata, effettuato in una piccola imbarcazione sovraccarica con altre 23 persone, dopo aver provato senza successo per due volte a entrare nel Regno Unito in treno.

Il lungo viaggio

Come riporta il Guardian il fratello di Rasoul Iran Nejad, Khalil, ha raccontato di aver sentito i suoi parenti per l'ultima volta poco prima che tentassero la traversata. Ha detto che erano passati dall'Iran alla Turchia durante l'estate del 2020, prima di procedere attraverso l'Europa verso la Francia. Khalil Iran Nezhad ha detto che suo fratello voleva portare la sua famiglia nel Regno Unito in modo da poter trovare una vita migliore per loro. Aveva lavorato come bracciante sottopagato mentre sua moglie era disoccupata e aveva sentito dire che poteva guadagnare almeno 100 sterline al giorno e trovare un posto dove vivere in Gran Bretagna.

Gli ultimi messaggi

Poco dopo l'affondamento, la Bbc aveva potuto visionare una serie di messaggi di testo che si ritiene siano stati inviati dalla signora Mohammad Panahi, incluso uno che riconosceva il pericolo di attraversare la Manica in barca ma che concludeva "non abbiamo scelta". "Se vogliamo andare con un camion, potremmo aver bisogno di più soldi che non abbiamo", si legge in un secondo messaggio. Un altro affermava: "Ho mille dolori nel cuore e ora che ho lasciato l'Iran vorrei dimenticare il mio passato".

Gli attraversamenti

Quello degli attraversamenti della Manica non è un fenomeno raro, anche se i numeri non sono certo paragonabili a quelli del Mediterraneo. Il numero di persone che attraversano lo specchio d'acqua di 21 miglia è quasi raddoppiato quest'anno rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso, con oltre 3.100 persone che hanno raggiunto la costa inglese entro la fine di maggio. Quasi 600 migranti sono stati intercettati mentre tentavano di effettuare la traversata in soli tre giorni la scorsa settimana. Venerdì le autorità francesi hanno intercettato otto imbarcazoni che trasportavano 130 persone e il Regno Unito quattro barche con a bordo 83 persone.

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