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Giovedì, 28 Marzo 2024
Non solo solidarietà / Belgio

Sesso e lavoro in cambio di una casa: i primi casi di sfruttamento dei rifugiati ucraini

Dalla Polonia al Belgio, cominciano a emergere storie non solo di solidarietà. Le mire delle reti criminali su donne e bambini non accompagnati

Non solo solidarietà: l'emergenza umanitaria dei rifugiati ucraini in fuga dal conflitto comincia anche a far emergere storie di sfruttamento, sessuale e lavorativo. Tanto che l'Oim, l'agenzia Onu dei migranti, e il Consiglio d'Europa hanno già lanciato l'allerta sui primi casi accertati da media e ong di tratta di esseri umani. "Ci sono segnalazioni di trafficanti che prendono di mira bambini senza genitori in fuga dall'Ucraina e molti di questi bambini sono attualmente dispersi, a seguito della frettolosa evacuazione degli orfanotrofi e delle famiglie affidatarie", dice il Consiglio d'Europa.

I rischi possono arrivare da singoli criminali, o reti organizzate. In Polonia, a Breslavia, una donna ucraina è stata stuprata da un uomo che le aveva offerto un alloggio. In Belgio, l'ong Payoke, un centro per le vittime del traffico di esseri umani, ha denunciato alla polizia il caso di una rifugiata ospitata in cambio di "servizi sessuali", racconta Klaus Vanhoutte, il direttore del centro. Un caso che, a suo giudizio, potrebbe essere solo la punta dell'iceberg. Quello che sta avvenendo in Europa, dice Vanhoute, è "un sogno per i trafficanti di persone. Stai lì sola con i tuoi figli, non hai dormito per quattro notti e speri di scappare. Tutto quello che vuoi è riposo, sicurezza e cibo". In quei momenti così difficili, spiega, “ogni offerta ti sembra allettante, soprattutto se qualcuno ti promette di trasportarti immediatamente in Belgio per 1.000 euro e di garantirti un lavoro e un alloggio”. Dice che sono già parecchie le persone arrivate nel Paese in questo modo, ossia attraverso reti di trafficanti. E non solo in Belgio. In Romania, per esempio, è già stato segnalato un traffico organizzato di esseri umani, con donne ucraine costrette a prostituirsi.

Purtroppo, le mire dei criminali starebbero riguardando anche i bambini. In una stazione ferroviaria di Lublino, in Polonia, l'ong per i diritti umani Homo Faber ha scoperto che una donna stava radunando rifugiate ucraine e i loro bambini offrendo alloggi a patto che gli consegnassero i passaporti. La donna è stata segnalata alla polizia, ma è fuggita prima che le autorità potessero interrogarla. Anche in seguito a tali episodi, Homo Faber e altre 41 associazioni polacche hanno scritto una lettera al governo polacco affinché crei un coordinamento tra autorità e ong sul campo per affrontare l'enorme flusso di rifugiati. Delle 3 milioni di persone fuggite dall'Ucraina dallo scoppio della guerra, oltre la metà sono in Polonia. Ed è proprio qui che i network criminali di tutta Europa starebbero agendo per contattare e sfruttare i soggetti più vulnerabili.

Non mancano poi i caso già accertati di sfruttamente lavorativo. Ad Anversa, in Belgio, tre donne sono state trovate nascoste nella soffitta di una macelleria. Agli ispettori, hanno raccontato di lavorare per un salario di 7 euro all'ora (in Belgio il minimo è di oltre 9 euro, ndr). Anche se il direttore sostiene di agire per motivi umanitari, secondo l'ispezione si tratta di una violazione di livello quattro, la categoria più grave. Le donne non sono registrate presso l'Ufficio Nazionale della Sicurezza Sociale e non hanno un permesso di lavoro. Inoltre, la situazione è qualificata come traffico di esseri umani e sfruttamento economico, che rappresentano gravi violazioni del Codice penale.

"La storia non è in bianco e nero", dice Vanhoutte. I rifugiati possono guadagnare da tre a quattro volte di più in Belgio che nei loro paesi d'origine. "Spesso non si vedono come vittime", aggiunge il direttore. "Ma per gli standard belgi, è ovviamente uno sfruttamento. Basta cercare di sopravvivere con qualche bambino con uno stipendio di 600 euro. In questo modo, queste persone finiscono di nuovo in una situazione di vulnerabilità".

Colpisce il fatto che molti contatti avvengono anche attraverso gruppi su WhatsApp e Telegram, che hanno già migliaia di membri. Le donne della macelleria di Anversa avrebbero ricevuto le loro offerte di lavoro proprio attraverso queste piattaforme. Per provare a porre freno allo sfruttamento dei rifugiati, il Belgio ha messo in piedi una task force per informare i rifugiati sui loro diritti e sui luoghi dove possono ottenere aiuto se sospettano di essere sfruttati. "La prima cosa che i trafficanti di esseri umani fanno è instillare nelle loro vittime la paura delle autorità. Quindi dobbiamo togliere questa paura", dice Vanhoutte.

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