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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Tajani: “Migliorare le infrastrutture in Sicilia per sostenere turismo e export dell'agroalimentare”

I rappresentanti del settore a Bruxelles hanno discusso con gli eurodeputati. Giuffrida (Pd): “Negli accordi commerciali dell'Ue più attenzione alle tipicità regionali”

La Sicilia “è una delle regioni che più ha riconoscimenti”, per la qualità dei suoi prodotti agroalimentari, e l'Igp per il cioccolato di Modica, che è in dirittura d'arrivo, porterà a trenta i prodotti dell'Isola che hanno ricevuto il marchio di qualità. Ma la qualità e i riconoscimenti non bastano e nell'isola e “la rete infrastrutturale e aeroportuale va migliorata”. Lo ha sottolineato il presidente dell'Assemblea comunitaria, Antonio Tajani, intervenendo all'evento organizzato dalla eurodeputata siciliana del Pd, Michela Giuffrida, "L'Europa del Gusto: scoprire la Sicilia attraverso le sue eccellenze", al Parlamento di Bruxelles. Per Tajani “i prodotti di qualità certamente devono essere esportati ma dobbiamo anche dare la possibilità ai turisti di venire a gustarli direttamente da noi”, e per fare entrambe le cose un sistema infrastrutturale adeguato è fondamentale. Ad esempio, ha sottolineato Giuffrida, “a pochi chilometri dall'aeroporto di Comiso c'è il più grande mercato agricolo del Sud Europa, quello di Vittoria”.

L'evento al Parlamento di Bruxelles ha avuto lo scopo di “sottolineare la necessità che le politiche agricole europee prestino maggiore attenzione alle diverse tipicità regionali, che devono avere un posto d'onore nelle politiche commerciali dell'Unione europea”, ha spiegato Giuffrida. La Sicilia, ha sottolineato “è già di per sé un brand conosciuto in tutto il mondo, sinonimo di qualità e bontà, la cui domanda sui mercati è in crescita esponenziale”, ma è necessario che “le politiche europee di qualità, e nella fattispecie marchi come Dop e Igp, siano realmente strumenti in grado di fornire valore aggiunto a prodotti che già godono del felice accostamento tra identità territoriale ed eccellenza agroalimentare”.

I problemi dell'export siciliano

Il più grande problema per l'export siciliano è la distanza con il resto d'Italia e d'Europa, ha confermato Nino Romanzo, segretario generale dell'associazione Comunità siciliana nel mondo, che rappresenta 54 Comuni dell'isola. “Per arrivare qui a Bruxelles, i prodotti che partono dalla Spagna ci mettono molto meno”, gli ha fatto eco Gerardo Diana, rappresentante di Confagricoltura per gli agrumi e titolare di una azienda agricola di Mineo che produce grano, ceci e agrumi. “Dobbiamo riconquistare quote di mercato”, ha chiesto Diana lamentando le posizioni perse a causa del blocco alle importazioni da parte della Russia, deciso in risposta alle sanzioni Ue per l'annessione della Crimea, gli alti costi contributivi rispetto ad altri Paesi, la concorrenza sleale di chi importa le materie prime da Paesi che non hanno gli stessi obblighi stringenti sulla sicurezza alimentare che vigono in Italia.

Fatturato in crescita

Secondo i dati disponibili nonostante le difficoltà, nel primo semestre del 2017 l’export agroalimentare siciliano ha registrato un fatturato di 882 milioni di euro, in crescita rispetto al 2016 (865 milioni) e il saldo della bilancia commerciale è positivo. Frutto, ha sottolineato Giuffrida, anche della regionalizzazione del marketing, che “è indubbiamente un fattore vincente perché direttamente associato ad una produzione tradizionale e di qualità”, e per questo “i piccoli produttori siciliani sanno di poter contare, nella competizione di mercato, più sulla qualità che sulla quantità”. Consapevoli di questo, ha concluso l'eurodeputata, “anche grazie alla tutela che i marchi europei ci offrono, sono convinta che si debba rafforzare e perseguire più che il global il concetto di “glocal”, segmento ormai consolidato, che già fa volare le nostre esportazioni”.  

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