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Venerdì, 19 Aprile 2024
Il caso / Svizzera

La Svizzera distrugge delle armi che potevano essere utilizzate in Ucraina

Berna ha deciso di sbarazzarsi di 60 sistemi di difesa antiaerea: "Sono obsoleti". Ma a Kiev avrebbero fatto comodo

La Svizzera si sbarazzerà di un sistema di difesa antiaerea che sarebbe potuto servire all'esercito ucraino nella guerra contro l'invasione Russa. Lo scrive il quotidiano NZZ am Sonntag. 

Secondo quanto riporta il giornale svizzero, Berna manderà al macero presto di 60 sistemi di difesa terra-aria Rapier acquistati nel 1980 dal Regno Unito. La motivazione ufficiale è che queste armi, immesse nel mercato nel 1971, sono ormai obsolete. Dopo averle modernizzate più volte nel corso sel tempo, l'esercito svizzero ha deciso di distruggerle definitivamente a fine 2022. "Una prima tranche del sistema d'arma Rapier è già stata smantellata. Ne seguiranno altri tre", ha confermato Kaj-Gunnar Sievert, portavoce di Armasuisse, l'Ufficio federale degli armamenti del ministero della Difesa di Berna.

Alcuni esperti, però, sostengono che questi sistemi antiaerei siano ancora utilizzabili. "Questi missili sono certamente vecchi, ma non sono nemmeno del tutto obsoleti", dice Peter Schneider, ex direttore della Swiss Military Review, ricordando che gli inglesi hanno protetto le Olimpiadi di Londra nel 2012 con batterie Rapier. "Potrebbero quindi benissimo essere usati anche oggi contro obiettivi volanti come droni ed elicotteri, e persino aerei da combattimento", ha aggiunto. L'Ucraina, per esempio, avrebbe potuto utilizzare tali sistemi, tanto più in un momento in cui sta chiedendo con forza ai Paesi occidentali di fornire più armi e munizioni possibili.

La strada che dalla Svizzera porta a Kiev sarebbe potuta passare dal Regno Unito. Secondo una legge del 2006, le armi straniere di cui l'esercito svizzero non ha più bisogno devono essere rivendute prioritariamente al Paese produttore, “senza condizioni”. Londra, dunque, avrebbe potuto acquistare le batterie Rapier a prezzo vantaggioso e spedirle in Ucraina. Ma da un anno a questa parte, Berna si sta opponendo all'esportazione di pezzi del suo arsenale militare, dicendo no alle richieste di Germania, Spagna e Danimarca di riprendersi armi e veicoli fabbricati nei loro Paese e adesso stipati nei magazzini svizzeri. 

La ragione del "no" è dovuto alla neutralità militare di cui Berna va fiera, e che non vuole perdere nonostante le pressioni di Kiev e Paesi occidentali. "L armi svizzere non devono essere utilizzate nelle guerre", ha ribadito il presidente della Confederazione svizzera, il socialista Alain Berset. "Capisco e rispetto il fatto che altri Paesi abbiano una posizione diversa. Ma anche la posizione svizzera va rispettata", ha tagliato corto.

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