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Lunedì, 15 Aprile 2024
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“L'Onu discrimina Israele”: anche il Pd sottoscrive l’appello

Un gruppo di oltre 300 parlamentari punta il dito contro le 17 risoluzioni unilaterali adottate nel 2020 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite

Le tante risoluzioni delle Nazioni Unite contro Israele rappresentano una “discriminazione sistematica” che porta alla “condanna implacabile, sproporzionata e ricorrente dell’Onu nei confronti dell'unico stato ebraico esistente al mondo”. L’accusa arriva dai 312 membri del gruppo interparlamentare transatlantico “Friends of Israel” (Amici di Israele), al quale hanno aderito anche 26 personalità del mondo politico italiano. 

La gran parte dei firmatari dell’appello - che chiede ai Paesi dell’Ue di “votare contro l'eccessivo numero di risoluzioni anti-Israele” - proviene dalle fila della Lega e di Forza Italia. Ma la lista degli aderenti italiani include anche tre esponenti del Partito democratico, tra i quali spicca il nome Lia Quartapelle, capogruppo del Pd in commissione Esteri.

“Nel 2020 - si legge nell’appello - l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha adottato 17 risoluzioni unilaterali contro Israele e solo sei risoluzioni relative a sei degli altri 192 Stati membri per violazioni dei diritti umani”. I firmatari se la prendono soprattutto con “il Consiglio per i Diritti Umani dell’Onu” accusato di essere ossessionato dal Paese del Medio-Oriente. L’organismo “prende di mira un solo stato - Israele - prevedendo in agenda un punto all'ordine del giorno separato e a sé stante, (n. 7), mentre le violazioni dei diritti umani in tutti gli altri paesi sono considerate sotto un unico punto all'ordine del giorno (n. 4)”, si precisa nella dichiarazione. Inoltre, “lo scorso settembre, il Consiglio Economico e Sociale dell'Onu ha condannato solo Israele tra tutte le nazioni per presunte violazioni dei diritti delle donne”.

Per contrastare quella che secondo i firmatari è una “discriminazione sistematica” nei confronti di Israele si chiede “agli Stati membri dell'Ue e a tutte le altre democrazie” di “votare contro l'eccessivo numero di risoluzioni anti-Israele”, ma anche di “agire per riformare il Consiglio per i Diritti Umani dell'Onu e abolirne il punto 7 dell’Agenda” e “mettere fine ai Comitati e ai Programmi discriminatori delle Nazioni Unite, creati al solo scopo di promuovere un'agenda anti-israeliana e che minano la pace e la prospettiva della soluzione negoziata dei due stati”. 

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