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Venerdì, 19 Aprile 2024
Transizione / Germania

L'addio alle caldaie a gas costerà 9 miliardi all'anno ai tedeschi

Dal 2024, i nuovi impianti dovranno essere rinnovabili al 65%. Il governo diviso sugli incentivi. I Verdi: "Risparmi per le famiglie nel lungo termine"

L'addio alle caldaie a gas costerà 9 miliardi di euro all'anno ai tedeschi nel breve termine. Ma in prospettiva, dovrebbe comportare risparmi per 11 miliardi, visti i minori consumi e il probabile aumento dei costi del gas, rendendo la transizione energetica verso le rinnovabili più conveniente per le tasche dei cittadini. È quanto emerge da una ricerca condotta dal ministero dell’Economia, guidato dal verde Robert Habeck. Una previsione che però non convince tutti in Germania, e che sta già creando un nuovo fronte di scontro interno alla maggioranza di governo tra liberaldemocratici (più vicini alle posizioni dell'industria fossile) ed ecologisti.

Tutto nasce dalla legge che prevede che, a partire dal 2024, tutti i nuovi impianti di riscaldamento installati nel Paese dovranno funzionare almeno per il 65% tramite l’utilizzo di fonti rinnovabili, escludendo di fatto le caldaie alimentate da combustibili fossili puri, quali gas o gasolio. Come riportato da Handesblatt, insieme alle pompe di calore, potranno essere utilizzati i sistemi solari termici o ibridi, nonché il teleriscaldamento, gli impianti a pellet e le caldaie alimentate almeno per il 50% da idrogeno o biometano. Per le pompe di calore, il governo federale ha previsto una sovvenzione fino al 40% del costo, con la promessa di Habeck che saranno introdotte nuove agevolazioni fiscali per interventi di risparmio energetico in caso di ristrutturazioni condominiali. "Il governo vuole affiancare socialmente la transizione termica", ha detto il ministro dell’Economia, "i sussidi verranno ulteriormente modificati perché ne possano beneficiare maggiormente le famiglie a basso reddito". Sempre secondo Habeck, grazie alla riduzione del prezzo delle rinnovabili, a partire dal 2029 il costo complessivo previsto per la transizione potrebbe calare fino a cinque miliardi di euro all’anno, a quel punto il risparmio sarebbe più che proporzionale, con un guadagno per le famiglie che si aggirerebbe intorno ai sei miliardi annuali.

Ad essere interessati dal maxipiano sono più di 40 milioni di impianti di riscaldamento disseminati per tutto il territorio tedesco. Visti i costi a carico delle famiglie, i verdi chiedono che siano messi a disposizione fondi pubblici per sostenere la sostituzione degli impianti. Ma i liberaldemocratici dell'Fdp, che del rigore di bilancio ne fanno una bandiera, tirano il freno.  "Le possibilità di sostegno statale sono limitate", ha dichiarato il ministro delle Finanze, Christian Lindner, leader dell'Fdp.  "Tuttavia, è in fase di elaborazione un programma di finanziamento che sarà significativo", ha aggiunto. 

Secondo la verde Ricarda Lang, invece, le risorse finanziarie non mancano dal momento che verrebbero prelevate dal fondo per il clima e la transizione. "C’è già una pentola da cui pescare - ha affermato la deputata del Bundestag - ci sono dei risparmi pianificati, ora si tratta solo di decidere i dettagli". "Il riscaldamento rinnovabile porta protezione del clima, maggiore indipendenza dai dittatori, sicurezza in inverno ed è più economico", ha sottolineato Andreas Audretsch, vicepresidente del gruppo parlamentare dei Verdi. "Durante la conversione faremo in modo che nessuno sia sopraffatto dai costi d’investimento, (…) per fare questo istituiremo un programma del valore di miliardi che fornirà un sostegno mirato alle persone con minori possibilità economiche", ha concluso Audretsch.      

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