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Sabato, 20 Aprile 2024
La speranza / Iran

Un nuovo accordo sul nucleare con l'Iran sempre più vicino

Teheran ha mandato la risposta alla bozza finale di mediazione proposta dall'Ue, ma ci sono ancora alcuni ostacoli da superare per ottenere il consenso degli Stati Uniti

Crescono le speranze di raggiungere un nuovo accordo sul nucleare con l'Iran, un accordo che possano porre fine alla situazione di tensione che va avanti da quando nel 2018 l'allora presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, si ritirò unilateralmente da quello raggiunto nel 2015, ai tempi del suo predecessore, Barack Obama. Dopo che l'Unione europea la scorsa settimana aveva presentato una bozza di intesa, adesso Teheran ha presentato una risposta scritta, con le sue osservazioni e controproposte.

L'Ue sta "studiando" questa risposta, ha riferito un portavoce dell'Alto rappresentante per la politica estera comunitaria, Josep Borrell, aggiungendo che Bruxelles sta "consultando gli altri firmatari” dell'accordo Jcpa (Joint Comprehensive Plan of Action), cioè i membri permanenti del Consiglio di sicurezza dell'Onu (Usa, Regno Unito, Cina, Francia, Germania e Russia), “sulla strada da percorrere". "Un accordo sarà concluso se gli Usa reagiscono con realismo e flessibilità", ha affermato Teheran, secondo quanto riferito dall'agenzia di stampa Irna. Secondo un diplomatico, "le proposte dell'Ue sono accettabili a condizione che forniscano assicurazioni all'Iran su vari punti, riguardo a sanzioni e tutele".

In base all'accordo del 2015, l'Iran aveva ridotto il suo programma nucleare in cambio di un alleggerimento delle sanzioni di Stati Uniti, Unione europea e Nazioni Unite. Ma l'ex presidente Trump ha rinnegato il patto nel 2018 e ha ripristinato dure sanzioni da parte di Washington, spingendo Teheran a iniziare a violare i limiti nucleari circa un anno dopo. Dopo aver superato il tasso di arricchimento autorizzato, all'inizio del 2020 il Paese ha annunciato di non considerarsi più vincolato da alcun limite "sul numero delle sue centrifughe" e nel 2021 ha reso noto di aver iniziato a produrre uranio arricchito al 60%. Adesso dopo 16 mesi di colloqui indiretti tra Stati Uniti e Iran, con l'Ue che fa da mediatore, si intravede la speranza di una nuova intesa.

L'Ue prova a resuscitare l'accordo sul nucleare con l'Iran

"Ci sono tre questioni che, se risolte, possiamo raggiungere un accordo nei prossimi giorni", ha affermato ieri il ministro degli Esteri iraniano, Hossein Amirabdollahian, suggerendo che la risposta di Teheran non sarebbe un'accettazione o un rifiuto definitivo della proposta di Bruxelles. "Abbiamo detto loro che le nostre linee rosse dovrebbero essere rispettate. Abbiamo mostrato sufficiente flessibilità. Non vogliamo raggiungere un accordo che dopo 40 giorni, due mesi o tre mesi non si concretizzi sul campo".

Come riporta la Reuters gli Stati Uniti di Joe Biden hanno affermato che l'accordo potrebbe essere ripreso solo se l'Iran avesse abbandonato le questioni "estranee" ai patti, un apparente riferimento alle richieste di Teheran sul fatto che l'organismo di controllo nucleare dell'Onu chiuda un'indagine su tracce inspiegabili di uranio in Iran e che le sue Guardie Rivoluzionarie siano tolte da una lista di organizzazioni terroristiche di Washington. L'Iran chiede anche garanzie sul fatto che nessun futuro presidente degli Stati Uniti possa rinnegare l'accordo come fece Trump, ma Biden non può fornire tali garanzie di ferro perché si tratta di un'intesa politica piuttosto che un trattato giuridicamente vincolante.

Diplomatici e funzionari hanno detto all'agenzia che, anche se non ci sarà un via libera a questo testo “finale”, le trattative continueranno perché un accordo è nell'interesse di tutti. Amirabdollahian ha detto che "i prossimi giorni sono molto importanti" e "non sarebbe la fine del mondo se non mostrassero flessibilità. Allora avremo bisogno di più sforzi e colloqui per risolvere i restanti problemi". La posta in gioco è alta, dal momento che il fallimento dei negoziati sul nucleare comporterebbe il rischio di una nuova guerra regionale con Israele che minaccia un'azione militare contro l'Iran se la diplomazia non riuscirà a impedire a Teheran di sviluppare una capacità di armi nucleari.

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