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Venerdì, 19 Aprile 2024
Catalangate / Spagna

Sanchez licenzia il capo dei servizi segreti dopo lo scandalo Pegasus

Madrid assicura che non si tratta di una mossa politica, ma la coalizione di governo scricchiola sotto il peso del Catalangate

Paz Esteban, capo degli 007 spagnoli, è stata licenziata per lo scandalo sullo spionaggio informatico dei leader indipendentisti catalani. L’ordine è arrivato direttamente da Madrid, dove il premier socialista Pedro Sánchez sta tentando di tenere in piedi la coalizione di governo che sta traballando a causa del cosiddetto “Catalangate”.

Come riporta il Guardian, è da quasi due anni che si sa della sorveglianza sui politici pro-indipendenza della Catalogna. Ma lo scandalo si è intensificato nelle scorse settimane, quando si è saputo che 67 personalità legate al movimento indipendentista sono state prese di mira con lo spyware israeliano Pegasus (già al centro di altre bufere di spionaggio illegale in altri Paesi) tra il 2017 ed il 2020. Per non parlare delle intercettazioni sui telefoni dello stesso Sánchez, della ministra alla Difesa Margarita Robles e del ministro degli Interni Fernando Grande-Marlaska.

Così, martedì scorso, la poltrona di Esteban è saltata. L’ex-capo dei servizi di spionaggio spagnoli avrebbe confermato la scorsa settimana che 18 membri del movimento indipendentista catalano (incluso il presidente della regione, Pere Aragonès) sono stati spiati con l’approvazione giudiziaria del Centro d’intelligence nazionale (Cni), da lei diretto. Ora, al posto suo, il Cni sarà guidato da Esperanza Casteleiro, un’altra veterana della spionaggio spagnolo che ha lavorato al Centro per quasi quattro decenni.

Dal canto suo, Robles ha voluto minimizzare sull’avvicendamento, allontanando le ipotesi di una manovra politica: “Voi parlate di licenziamento”, ha risposto ai giornalisti che la interrogavano sulla rimozione di Esteban dall’incarico, “ma io la chiamerei una sostituzione, con un funzionario del Centro che sostituisce un altro funzionario del Centro”.

Il ministero della Difesa supervisiona l’operato del Cni, e la ministra ha ammesso che ci sono state “carenze” dei servizi d’intelligence nello svolgimento delle loro attività, ma ha enfatizzato l’occasione per un cambio di passo. Tra le carenze, il fatto che il Cni ci avrebbe messo circa un anno per scoprire la violazione dei telefoni dei politici. “Continueremo a lavorare per assicurarci che non ci siano crepe nella sfera totale e generale della sicurezza in modo che i cittadini spagnoli si sentano sicuri”, ha aggiunto, ribadendo che il governo ha agito nel pieno rispetto della legalità.

Ma la situazione politica a Madrid si sta facendo complicata. La Sinistra repubblicana catalana (Erc) di Aragonès, che sostiene l’indipendenza, è un alleato chiave per il governo di minoranza di Sánchez, senza il quale andrebbe sotto al Parlamento. E ha chiesto ai partner di coalizione di prendere misure adeguate per ripristinare la fiducia dopo questo scandalo. Per Gabriel Rufián, portavoce dell’Erc, “accettare le responsabilità politiche” di quanto accaduto “non è una concessione al movimento indipendentista, è una concessione al buon senso”.

Anche Podemos, altro junior partner dell’alleanza di governo, si è risentito verso la dirigenza socialista e ha richiesto le dimissioni di Robles. Ione Belarra, leader del partito nonché ministra ai Diritti sociali, ha parlato di “una questione fondamentale di salute democratica” e ha avvertito che “per riconquistare la fiducia della gente ci devono essere anche garanzie che questo non si ripeta”.

Quanto all’opposizione conservatrice, il licenziamento di Esteban è stato impugnato come una “svendita” di Sánchez agli alleati indipendentisti, per mantenere il governo attaccato alla spina: “È grottesco vedere Sánchez che offre al movimento indipendentista la testa del direttore del Cni”, ha attaccato Alberto Núnex Feijóo, nuovo leader del Partido popular. “Sta ancora una volta indebolendo lo Stato per cercare di garantire la sua sopravvivenza” ha twittato, definendo l’accaduto “un vero schiaffo al nostro Paese”.

Le dinamiche politiche nel Congresso dei deputati, la camera bassa spagnola, hanno tuttavia assunto tratti perversi. Il Partito socialista di Sánchez, il Psoe, si è unito alle forze della destra nel bloccare un’indagine parlamentare sullo scandalo Pegasus la scorsa settimana, sulla base che la commissione d’inchiesta non sarebbe stata necessaria dato che erano già in corso un’indagine interna del Cni e un’inchiesta del garante pubblico.

Ma non sono mancate le critiche sulla trasparenza di questi processi anche da parte della società civile. Esteban Beltrán, che coordina Amnesty Spagna, ha dichiarato che l’esecutivo “non può usare la sicurezza dello Stato spagnolo come scusa coprire possibili violazioni dei diritti umani”. E ha criticato il Cni per essere “caratterizzato da segretezza e oscurantismo”, aggiungendo che “non può essere il posto giusto per indagare su possibili violazioni dei diritti umani”.

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