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Martedì, 23 Aprile 2024
Guerra commerciale / Spagna

Ora anche l'Algeria minaccia di chiudere i rubinetti del gas all'Europa

Il Paese nordafricano, terzo fornitore Ue dopo la Russia, ha sospeso le relazioni commerciali con la Spagna. E ha già bloccato uno dei tre gasdotti che arrivano nel Vecchio Continente

Poche settimane fa, i leader algerini sono stati accolti in pompa magna dal governo italiano per siglare un importante accordo di cooperazione commerciale, il cui fulcro è l'aumento delle forniture di gas dal Paese nordafricano. Anche l'Unione europea, nel suo piano per sganciarsi dalla dipendenza energetica dalla Russia, ha citato i giacimenti algerini tra quelli su cui puntare già nell'immediato. Accordi e piani che rischiano di venire bloccati dalla lite scoppiata tra la Spagna e l'Algeria.

Cosa sta succendo

Tutto nasce dalla decisione di Algeri di sospendere unilateralmente il "Trattato di amicizia, buon vicinato e cooperazione" con Madrid come ritorsione per l'accordo stipulato dal governo di Pedro Sanchez con il Marocco sul Sahara occidentale. Questa regione, compresa tra Algeria, Marocco e Mauritania, è al centro di tensioni geopolitiche da decenni, vista la sua posizione strategica e le ricchezze del suo mare e del suo sottosuolo. Ex colonia spagnola, nel 1975 il Marocco occupò una parte della regione, rivendicandone la sovranità. Da allora, Rabat ha dovuto fare i conti con il Fronte Polisario, movimento indipendentista sostenuto da Algeri e riconosciuto dall'Onu come rappresentate legittimo del popolo saharawi che vive nella zona. 

Gli scontri tra esercito marocchino e Fronte Polisario terminarono ufficialmente nel 1991, con un cessate il fuoco. Ma da allora il Sahara occidentale è rimasto in un limbo: aziende europee e di altri Paesi, come gli Usa, hanno continuato a fare affari nell'area, non sempre nel rispetto del diritto internazionale. Per esempio, nel 2018 la Corte di giustizia dell'Ue considerò illegale l'accordo di pesca tra Bruxelles e Rabat che sfruttava anche le zona di mare del Sahara occidentale. A riaccendere le tensioni intervennero nel 2020 i cosiddetti Accordi di Abramo, con cui l'allora presidente Usa Donald Trump rafforzò i legami tra Israele e una seria di Paesi arabi, tra cui il Marocco: nelle more degli accordi, Washington si impegnò a riconoscere la sovranità di Rabat sul Sahara occidentale.

Le minacce sul gas

E così giungiamo ai giorni nostri: l'Algeria non ha certo digerito l'ingerenza Usa, e ha cominciato a far leva sulle sue forniture di gas per fare pressioni sull'Ue a non allinearsi a Washington. Il Paese nordafricano, prima della guerra in Ucraina, era il terzo fornitore di gas per l'Europa, con una quota del 12,8%. In Spagna, questa quota sale al 40%, mentre in Italia arriva al 21%. I recenti accordi tra il governo di Algeri e quello italiano mirano a raddoppiare tali rifornimenti.

Lo scorso novembre, per far capire di fare sul serio, l'Algeria chiuse uno dei tre gasdotti che la collegano all'Ue, il Maghreb-Europa che passa dal Marocco e arriva in terra iberica. Per il momento, restano attivi il Medgaz (che porta il gas direttamente in Spagna) e il Transmed, che attraverso la Tunisia raggiunge l'Italia. Per il momento, sembra improbabile che Algeri faccia autogol chiudendo anche questi gasdotti, ma nell'entourage del presidente Abdelmadjid Tebboune c'è chi non esclude che possa essere un'arma per difendere il Sahara occidentale dalle mire marocchine.

Il rischio comincia a essere concreto. Il governo spagnolo ha in questi giorni dato il suo appoggio alla proposta di Rabat di fare dell'area una regione autonoma sotto il suo controllo. La mossa ha fatto infuriare Algeri, che dopo aver sospeso le relazioni commerciali con Madrid, ha provveduto al congelamento delle operazioni bancarie negli scambi con la Spagna. .

Denuncia all'Ue

Secondo fonti dell'esecutivo citate da El Pais, Madrid sta valutando di denunciare l'Algeria all'Ue, poiché lo stop alle importazioni spagnole violerebbe l'accordo commerciale del 2005 tra Bruxelles e Algeri. Il ministro degli Esteri, José Manuel Albares, ha spiegato che il governo sta "analizzando la portata" di questa posizione algerina e le "conseguenze pratiche di questa misura". Lo farà, ha detto Albares, "con calma" e "in modo costruttivo", ma "anche con fermezza in difesa degli interessi della Spagna, degli spagnoli e delle imprese spagnole", ha affermato.

Il ministro ha insistito sul fatto che la fornitura di gas algerino non dovrebbe essere in pericolo: "Il flusso di gas prosegue secondo le linee abituali e non ci sono problemi al momento". "Dobbiamo analizzare questa misura, il suo significato, le sue implicazioni a livello nazionale ed europeo e dare una risposta adeguata per difendere gli interessi della Spagna", ha concluso.

Da parte sua, Bruxelles ha già risposto: la portavoce della Commissione europea per gli affari esteri, Nabila Massrali, ha chiarito che vuole che il Paese nordafricano riveda la sua posizione, a sostegno della Spagna. Ha giudicato la decisione come "estremamente preoccupante" e ha chiesto "all'Algeria di revocare questa decisione" in quanto importante partner dell'Unione europea.

Per l'Italia, il conflitto spagnolo-algerino sembra per il momento aver portato solo benefici: i volumi di gas tolti dai tubi del Maghreb-Europa sono gli stessi che Roma attende di ricevere in più attraverso il Transmed. Anche un'eventuale "guerra del gas" con la Spagna, potrebbe spingere Algeri a pompare più rifornimenti verso il nostro Paese. Ma questa strada si scontra con un diversi fattori, tra cui l'eventualità che l'Ue prenda provvedimenti commerciali contro il Paese nordafricano in difesa di Madrid. A quel punto, per l'Italia sarebbe difficile raggiungere l'obiettivo di fare dell'Algeria il primo fornitore estero e ridurre la dipendenza dalla Russia.  

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