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Sabato, 20 Aprile 2024
L'allerta

Scudo antimissili e satelliti per i gasdotti: il piano Ue anti-attacchi russi

La Commissione annuncia un piano in 5 punti per proteggere le infrastrutture energetiche dopo il caso Nord Stream. Mentre la Germania vuole allargare l'ombrello protettivo Nato

Da un lato, il piano in 5 punti della Commissione europea per mettere in campo una ''sorveglianza satellitare'' per vigilare su eventuali sabotaggi delle infrastrutture del gas. Dall'altro, un nuovo scudo antimissili da integrare a quello Nato su cui la Germania sta lavorando da mesi, cercando di allargare la partnership ai Paesi dell'Est, ma anche alla Spagna. Dinanzi al rischio di un attacco da parte della Russia sul suolo europeo in risposta alle difficoltà crescenti sul fronte ucraino e alle tensioni interne, l'Ue e i suoi Stati membri stanno correndo ad alzare il livello di allerta e di difesa.

Il piano di von der Leyen

Il primo campanello di allarme sono stati i presunti sabotaggi da parte russa ai gasdotti Nord Stream, che secondo le ricostruzioni di alcuni esperti sarebbero avvenute con dei droni di Mosca che a loro volta avrebbero azionato delle bombe già presenti nei tubi. Per questo, in vista dell'inverno che si preannuncia già difficile sotto il profilo della sicurezza energetica, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha annunciato un piano in 5 punti per proteggere le infrastrutture, come per l'appunto i gasdotti.

Intervenendo nell'Aula del Parlamento Ue a Strasburgo, von der Leyen ha spiegato che "dobbiamo essere più preparati", e in tal senso "abbiamo approvato una nuova legislazione che rafforzerà la resilienza delle entità critiche dell'Ue". In secondo luogo, "dobbiamo sottoporre a stress test la nostra infrastruttura", al fine di "identificare i suoi punti deboli e preparare la nostra reazione a interruzioni improvvise". Il terzo punto consiste "nell'aumentare la nostra capacità di risposta attraverso il nostro meccanismo di protezione civile dell'Unione già in atto". In quarto luogo, "faremo il miglior uso della nostra capacità di sorveglianza satellitare per rilevare potenziali minacce". Infine, ultimo punto della strategia per la difesa delle infrastrutture energetiche, "rafforzeremo la cooperazione con la Nato e i partner chiave come gli Stati Uniti su queste questioni critiche".

Lo scudo tedesco

Il piano di von der Leyen arriva in contemporanea con i colloqui tra il cancelliere tedesco Olaf Scholz e il premier spagnolo Pedro Sanchez: tra i due Paesi è in ballo il progetto di un nuovo gasdotto che passi dalla Francia o dall'Italia per portare il gas naturale liquefatto che arriva nei porti iberici e trasportarlo fino a Berlino. Al fianco di questo progetto, ce n'è un altro; quello dello "European Skyshield", un'iniziativa portata avanti dalla Germania per integrare i sistemi di difesa antiaerea dei Paesi dell'Ue e far fronte alla minaccia dei missili russi.

Il progetto va avanti da tempo, ma il conflitto in Ucraina ha spinto Berlino ad accelerare la revisione dei suoi sistemi di difesa antiaerea. Una delle necessità più urgenti da coprire "è la difesa contro i missili balistici, una minaccia che fino ad ora era contemplata solo da paesi come l'Iran, ma non da una potenza vicina come la Russia", scrive El Pais. Da qui la corsa a intavolare trattative con Israele per l'acquisto di uno scudo antimissili da 2 miliardi di euro. Il sistema sarebbe in grado di distruggere missili a lungo raggio fino alla stratosfera, operazione che attualmente la Bundeswehr tedesca non è in grado di garantire.

Scholz ha offerto ai suoi vicini (i Paesi baltici e scandinavi, Olanda e Polonia) di aderire al sistema e di svilupparlo insieme. E ha allargato l'invito anche alla Spagna nell'ottica di progettare un'architettura di difesa antiaerea integrata nella Nato, il cui scudo antimissilistico ha la sua componente navale presso la base di Rota (Cadice)", scrive ancora El Pais. Il centro di comando di tale scudo, è invece in Germania, nella base di Ramstein, mentre un altro intercettatore è dislocato in Romania. 

L'ombrello Nato e i progetti Ue

Per anni, tale sistema di protezione missilistico, chiamato Bmd (Ballistic missile defense) e sviluppato a partire dal 2010, è sembrato essere sufficiente a rispondere alle minacce esterne. Ma negli ultimi tempi, anche prima della nuova guerra in Ucraina, è emersa l'esigenza di innalzare il livello di protezione. In particolare, a preoccupare gli esperti europei di difesa, è la mancanza di un sistema adeguato a rispondere ai missili ipersonici, che secondo Putin "non hanno rivali" al mondo e che pare siano in grado di viaggiare anche nella stratosfera, con una velocità di 11mila chilometri orari, e di eludere sistemi di difesa come la Bmd. Anche la Cina e gli Usa hanno sviluppato questo tipo di missili, mentre Francia e Regno Unito stanno lavorando insieme per arrivare entro il 2025 a dotarsi di questo tipo di arma. 

AIA-2

In questo quadro, 6 Paesi Ue (Italia, Francia, Germania, Spagna, Olanda e Finlandia) hanno lanciato il progetto di uno scudo nucleare europeo. Il progetto si chiama Twister, acronimo per Timely warning and Interception with space-based theater surveillance, è finanziato dal fondo europeo per la difesa (l'ultimo appalto ammonta a circa 100 milioni di euro) e mira a realizzare "un intercettore endo-atmosferico europeo per affrontare minacce aeree emergenti e complesse (missili cruise ipersonici, veicoli di volo ipersonici, missili balistici di manovra)", si legge in una nota della Mbda, gruppo europeo che si sta occupando dello sviluppo del progetto e che è partecipato al 25% dall'italiana Leonardo. Lo scudo dovrebbe essere pronto nel 2030, e dovrebbe integrarsi a quello Nato. 

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