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Giovedì, 25 Aprile 2024
Attualità Ungheria

Orban sfida (ancora) l'Ue, non cambierà la legge anti-Ong nonostante la condanna della Corte

Il premier dell'Ungheria assicura: "Non ci importa della sentenza, dobbiamo proteggere i confini dai migranti e lo faremo"

Si profila l'ennesimo scontro tra Bruxelles e Budapest. Viktor Orban ha detto che il suo governo ignorerà i richiami sulle sue controverse leggi sull'immigrazione. Il mese scorso la Corte di giustizia dell'Unione europea aveva stabilito che la legge ungherese che criminalizza avvocati e attivisti che aiutano i richiedenti asilo viola il diritto comunitario. Il provvedimento, che risale al 2018, era stato ribattezzato "Stop Soros", dopo che il miliardario americano ma di origini magiare era stato accusato dal governo di sostenere l'ingresso nella nazione di migranti musulmani.

Ma nella sua conferenza stampa di fine anno il premier ha affermato che le regole dell'Ue sono "obsolete" di fronte alla "massiccia migrazione" dal 2015. "La realtà è che dobbiamo fermare i migranti alle frontiere", ha detto, e "questo può essere risolto in un solo modo: cambiando le regole europee sull'asilo, ma questo processo non è ancora nemmeno iniziato". Parlando nello specifico della sentenza Orban ha poi detto chiaramente che "non importa ciò che la Corte europea ha stabilito. L'Ungheria deve continuare a difendere i suoi confini". "Abbiamo deciso che non faremo nulla per cambiare il modo in cui il confine è protetto", ha detto il premier promettendo: "Non lo cambieremo e non faremo entrare nessuno".

Il rifiuto di conformarsi alla decisione del tribunale potrebbe comportare pesanti sanzioni pecuniarie all'Ungheria, oltre a inasprire una situazione già tesa. A settembre, la stessa Corte ha iniziato a emettere multe giornaliere di 1 milione di euro alla Polonia, un alleato chiave dell'Ungheria, dopo che non si era conformata a una sua decisione che le chiedeva la sospensione delle modifiche al proprio sistema giudiziario, ritenute in contrasto con lo Stato di diritto.

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