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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Crisi ucraina

Scholz, il gasdotto innominato e la promessa a Biden: "Saremo uniti in caso di attacco russo"

Il cancelliere tedesco incontro il presidente Usa. Che stavolta sembra tendere la mano sul Nord Stream 2

Olaf Scholz continua a non nominare il Nord Stream 2, il gasdotto che giorno dopo giorno emerge come elemento centrale nel braccio di ferro internazionale tra Russia e Occidente. In missione a Washington per rinsaldare i legami con gli Usa e il presidente Joe Biden, il cancelliere tedesco non ha cambiato la sua posizione sulla nuova infrastruttura, che dovrebbe raddoppiare le forniture di gas sull'asse Mosca-Berlino, aggirando l'Ucraina (e rendendola più esposta a eventuali invasioni russe): per Scholz, il Nord Stream 2 non va citato. A domanda specifica, come quelle piovute durante la conferenza stampa con Biden alla Casa bianca, la risposta è sempre la stessa: se la Russia invaderà l'Ucraina, ci sarà una dura risposta da parte della Germania e dell'Ue. Ma Scholz continua a non inserire il gasdotto tra gli obiettivi di eventuali sanzioni, come invece Washington ribadisce in ogni occasione pubblica.

A dirla tutta, alla Casa bianca, stavolta il presidente Biden è sembrato non voler mettere in imbarazzo Scholz, già alle prese con le critiche in patria di chi lo accusa di essere troppo morbido con Putin e in particolare con Gazprom, il gigante russo dell'energia che detiene l'intero azionariato del Nord Stream 2 (ma tra gli investitori ci sono anche imprese tedesche, francesi e olandesi). Non ha aiutato di certo a placare le polemiche la recente nomina dell'ex cancelliere socialdemocratico Gerhard Schroeder nel board di Gazprom: è vero che il predecessore di Angela Merkel era da tempo a libro paga del gigante russo (è lui una delle figure chiave del Nord Stream), ma la "promozione" di Mosca ha rinfrescato la memoria sui legami tra Scholz e colui che lo ha lanciato politicamente.

Biden non ha voluto citare il gasdotto nel suo intervento, ma alla domanda se il Nord Stream 2 rientrerà tra le sanzioni di una eventuale invasione russa dell'Ucraina, il leader Usa ha risposto che in caso di "tank e truppe (di Mosca, ndr) che attraversano il confine, non ci sarà più Nord Stream 2, noi vi metteremo fine". La precisazione sul tipo di attacco russo ("tank e truppe che attraversano il confine") non è marginale: già in passato il capo della Casa bianca aveva preso le distanze dai toni più belligeranti del Pentagono parlando di una risposta Usa calibrata in base alla gravità dell'eventuale azione di Mosca. Per esempio, se scoppiasse una rivolta pro-Russia nel Donbass con un sostegno solo esterno da parte di Putin, non è detto che Washington userà il pugno più duro che può lanciare. E in questo caso, anche il Nord Stream 2 potrebbe venire 'graziato'. 

Biden ha anche voluto sottolineare la complessità del quadro. "Putin è nella posizione di poter invadere l'Ucraina, ha la capacità di farlo,quello che farà non lo so e credo che nessuno lo sappia tranne lui", ha detto, prima di lanciare un messaggio a Mosca: il presidente russo "deve capire che sarebbe un gigantesco errore (invadere l'Ucraina, ndr), per il quale pagherebbe un costo pesantissimo". Un costo legato a doppio filo con la questione gas. Finora, ci si è concentrati sull'uso di tale fonte di energia da parte di Putin come arma di ricatto, e gli Usa si sono mossi per offrire sostegno all'Europa in caso di taglio delle forniture da parte della Russia (sostegno interessato, visto che con la crisi le vendite di gas liquefatto "made in" Usa all'Ue sono aumentate).

Biden lo ha ricordato nella conferenza stampa con Scholz: se la Russia dovesse tagliare le forniture di gas all'Europa, gli Stati Uniti "potrebbero fornire una significativa quantità" delle forniture perse. Ma il presidente Usa ha anche ricordato che "la Russia conta su queste esportazioni, sono l'unica cosa veramente esporta, se taglia, verranno colpiti duramente, vi saranno conseguenze anche per loro, non è una strada a senso unico". Da qui, la sua "preferenza" per la via diplomatica: "La Germania con gli Stati Uniti, insieme ai nostri alleati e partner, stiamo lavorando intensamente per cercare una soluzione diplomatica a questa situazione, e la diplomazia è la strada migliore, compreso per la Russia, secondo noi".

Una via che sicuramente è quella a cui lavora Scholz. Ma in caso di fallimento di tale strada, cosa farà la Germania con il Nord Stream 2? "Saremo uniti, agiremo uniti e faremo tutti i passi necessari", ha promesso. Ma senza citare il gasdotto 

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