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Martedì, 16 Aprile 2024
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"Basta blocchi alle frontiere interne", il Parlamento Ue contro Macron e Merkel

L'Eurocamera chiede agli Stati membri di ridurre a 2 mesi il periodo massimo di controlli straordinari nell'area Schengen. E la relatrice del testo accusa Francia e Germania di procedure illegali e illegittime

"Schengen non è negoziabile. Il testo odierno mira a ripristinarlo completamente. Purtroppo il Consiglio non ha mostrato alcuna volontà di negoziare un compromesso perché lo status quo è adatto ad alcuni grandi Stati membri come la Francia e la Germania. I controlli illegali e illegittimi alle frontiere interne di Schengen sono in atto da oltre tre anni e mezzo. È tempo che finiscano, o è tempo che la Commissione agisca contro di loro in tribunale". L'atto d'accusa a Parigi e Berlino arriva da Bruxelles, attraverso le parole dell'eurodeputata socialdemocratica Tanja Fajon e sotto la forma, più formale, di una risoluzione del Parlamento Ue sul Codice frontiere Schengen.

L'Eurocamera chiede una revisione del Codice. Le norme attuali consentono agli Stati membri di effettuare controlli temporanei alle frontiere interne dentro l'area Schengen, in caso di grave minaccia per l'ordine pubblico o per la sicurezza interna. I negoziatori del Parlamento e del Consiglio hanno avviato i colloqui sulla revisione delle norme all'inizio di quest'anno, ma hanno deciso di sospendere i negoziati dopo che è diventato evidente che un compromesso non era raggiungibile.

In caso di estensione dei controlli temporanei alle frontiere oltre i primi due mesi, i deputati vogliono che i paesi Schengen forniscano una valutazione dettagliata dei rischi. Oltre a ciò, ogni ulteriore estensione dei controlli alle frontiere dovrà essere valutata dalla Commissione, per verificare che la richiesta sia conforme ai requisiti giuridici, ed essere autorizzata dal Consiglio Ue. A ogni modo, i controlli non dovranno superare il periodo massimo di 1 anno, contro gli attuali 2. 

In realtà, Germania e Francia (ma anche Danimarca, Austria, Svezia e Norvegia), hanno da tempo oltrepassato i limiti del Codice in vigore: i controlli, varati nel pieno della crisi dei migranti e dell'allerta terrorismo, continuano da 3 anni e mezzo, nonostante il crollo degli sbarchi e della minaccia terroristica.

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