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Giovedì, 25 Aprile 2024
Fondi Ue

L'Ue sblocca i fondi per la Palestina contestati da associazioni e deputati "amici di Israele"

Dopo mesi di disaccordi interistituzionali, la Commissione europea dovrebbe approvare nei prossimi giorni un pacchetto di aiuti bilaterali per i Territori occupati a lungo rimandato

La Commissione europea sta facendo marcia indietro e ritirerà la condizionalità sugli aiuti umanitari all'Autorità palestinese, permettendo così l'erogazione di oltre 200 milioni di euro che erano dovuti nel 2021. I fondi erano stati bloccati dopo essere stati subordinati alla richiesta di una riforma dell'istruzione in Palestina, su proposta del commissario per il Vicinato, l'ungherese Oliver Varhelyi, a seguito di una polemica nata dallaccusa, mossa da alcune associazioni israeliane, che sostenevano che alcuni libri scolastici promuovevano l'antisemitismo e l'odio nei confronti dello Stato ebraico.

I fondi serviranno a pagare gli stipendi e le pensioni di alcuni dipendenti pubblici in Cisgiordania, a sostenere gli ospedali e a fornire aiuto alle famiglie vulnerabili. "Puntiamo a concludere la procedura a breve e, una volta conclusa, i fondi saranno sbloccati il prima possibile. Le priorità sono gli ospedali di Gerusalemme Est e gli assegni per le famiglie palestinesi vulnerabili", ha dichiarato un portavoce della Commissione in risposta a una domanda di Euronews.

La notizia arriva in concomitanza con il viaggio della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen in Israele e Palestina, durante il quale spera di rafforzare le relazioni con la regione e cercare partner energetici per ridurre la dipendenza dagli idrocarburi russi.

Per mesi i finanziamenti sono stati tenuti in 'ostaggio' da Varhelyi, fedelissimo di Viktor Orban, che ha deciso, contro il parere della maggioranza degli Stati membri, di subordinare il pagamento dei fondi, circa 215 milioni di euro, alla revisione dei testi scolastici palestinesi, accusati da gruppi pro-Israele, da alcuni eurodeputati e membri del gruppo interparlamentare Transatlantic Friends of Israel di diffondere l’antisemitismo. Il blocco dei finanziamenti dell'Unione europea si era aggiunto al mancato ripristino delle sovvenzioni statunitensi tagliate durante il periodo di Donald Trump, all'inaridimento delle sovvenzioni dei Paesi arabi e alla crisi sanitaria.

Tutti questi fattori, spiega Le Monde, contribuiscono al taglio del 20 per cento degli stipendi dei funzionari dell'Autorità palestinese (Ap), privano 120mila famiglie povere di un'indennità trimestrale e destabilizzano l'intero settore ospedaliero di Gerusalemme Est, che riceve da 10 a 20 milioni di euro della dotazione di 215 milioni. Nonostante un rapporto su questi libri di testo abbia stabilito che erano in linea con gli standard Unesco, e nonostante le pressioni che sono state fatte da europarlamentari e Stati membri, la discussione è stata rimandata per oltre un anno. La questione aveva sollevato parecchie polemiche e aperto un conflitto tra la Commissione europea e alcuni Stati membri.

In una lettera inviata a Várhelyi, firmata dai ministri degli Esteri di 15 Paesi Ue, veniva chiesto lo sblocco immediato dei finanziamenti e criticata "l'introduzione della condizionalità in un momento in cui l'Autorità palestinese è già impegnata in un ambizioso programma di riforma dell'istruzione rischia di minare, o addirittura invertire, i progressi compiuti finora e potrebbe danneggiare il nostro dialogo in corso con i palestinesi su questa e altre questioni. Inoltre, è imperativo che facciamo tutto il possibile per rafforzare le voci moderate nei confronti degli attori più radicali".

Anche i capigruppo dei Socialisti&Democratici, dei Verdi e della Sinistra al Parlamento europeo avevano esortato la presidente von der Leyen, che non è mai intervenuta pubblicamente sulla vicenda, a sbloccare immediatamente i fondi e non condizionare i finanziamenti all'Autorità palestinese alla garanzia di modifiche ai libri di testo palestinesi. Nella lettera si sosteneva che il rapporto dell'Istituto Georg Eckert, che nel giugno 2021 aveva tacciato alcuni libri di antisemitismo, aveva concluso che i libri di testo palestinesi "aderivano agli standard dell'Unesco".

"Privare l'Autorità palestinese di beni finanziari destinati a finanziare gli stipendi degli insegnanti non solo avrebbe un impatto negativo sul diritto all'istruzione dei giovani palestinesi, ma potrebbe anche essere controproducente, aprendo nuove opportunità per i gruppi estremisti", avevano scritto i deputati. La scelta di condizionare i fondi era stata aspramente criticata anche dallo stesso Josep Borell, Alto Rappresentante dell'Unione europea per gli Affari esteri e ha diviso il Consiglio dell'Ue.

Secondo Le Monde, la decisone di Várhelyi è stata aspramente criticata persino da alcuni ambasciatori dell'Ue, che avrebbero parlato di "ricatti" e "sporchi giochi politici", mentre alcuni hanno tirato in ballo il rapporto tra il primo ministro ungherese e l'ex premier israeliano Benjamin Netanyahu. Le stesse fonti del quotidiano francese riferiscono inoltre che il governo israeliano avrebbe sollecitato l'erogazione di aiuti Ue a Tel Aviv al fine di prevenire un'ulteriore escalation delle tensioni nella regione.

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