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Sabato, 20 Aprile 2024
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Sassoli: "Stabilità del governo italiano bene prezioso anche per Ue". E la Lega si infuria

Adinolfi attacca il presidente dell'Europarlamento: “Ingerenza vergognosa, parla da esponente del Pd”. Intanto una Ong chiede stop a tutte le interferenze di Bruxelles sulla politica nazionale

La crisi del governo italiano rimbalza a Bruxelles, ma ne solleva un'altra: quella contro le ingerenze da parte dell'Unione europea nelle politiche interne dei Paesi membri. A essere accusato di mancanza di imparzialità è stato il presidente del Parlamento europeo David Sassoli. "La stabilità dell'Italia è un bene prezioso anche per l'Unione europea. Siamo sicuri che il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e le forze di governo sappiano superare questo momento di difficoltà proteggendo gli italiani dall’irresponsabilità”, ha affermato il presidente, che è un membro del Partito Democratico. “Il piano varato dal governo italiano è fondamentale per la ripresa ed il futuro della nuova Europa", ha aggiunto l'ex giornalista.

La Lega grida all'ingerenza

Un commento che non ha lasciato indifferenti gli eurodeputati dell'opposizione. Come il leghista Matteo Adinolfi che ha bollato l'intervento di Sassoli come "grave" perché è stato come se avesse parlato "un esponente del Pd" e non "il presidente" del Parlamento europeo. "Sassoli auspica a Conte e alle forze di governo, e mi domando quali a questo punto, di superare le difficoltà proteggendo gli italiani dall’irresponsabilità. Un'ingerenza vergognosa quella di Sassoli che troppo spesso si dimentica di essere presidente del Parlamento europeo", ha continuato. "L'Europa ha un arbitro che troppo spesso a fine primo tempo inizia a fare il tifo e indossa la maglia rossa del Pd. Non il massimo dell’imparzialità”, ha commentato ancora.

Il caso von del Leyen

I vertici delle istituzioni europee sono soliti non intervenire su questioni di politica interna dei Paesi membri, ma non sempre rispettano questa consuetudine. La presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, è stata criticata in passato per essere intervenuta durante la campagna elettorale della scorsa estate con un video messaggio a sostegno dei cristiano-democratici della Croazia, affiliati al Partito popolare europeo (Ppe), lo stesso della politica tedesca che è un membro della Cdu di Angela Merkel. Secondo l'organizzazione The Good Lobby, von der Leyen ha agito in piena violazione del Codice di Condotta dei Commissari Ue e, per questo, lo scorso 7 luglio la no-profit presentò un reclamo contro la presidente per aver interferito nelle consultazioni.

Le linee guida della Commissione

Per evitare altri casi come questo la Commissione europea ha annunciato che rinnoverà le regole etiche previste per i suoi membri che intendono partecipare a campagne politiche. "Questo impegno è lodevole e va accolto con favore”, ha affermato il fondatore di The Good Lobby, il professor Alberto Alemanno, secondo cui però “il vero nocciolo della questione sta nel modo in cui queste linee guida sono e saranno applicate”. In base all'attuale Codice di Condotta in vigore nell'Unione europea, i commissari devono astenersi dal fare dichiarazioni pubbliche o interventi a nome di qualsiasi partito politico di cui sono membri, a meno che non richiedano l’esplicita autorizzazione alla presidente della Commissione. Lo scopo è quello di prevenire potenziali conflitti d’interesse tra gli alleati politici nazionali che sostengono il commissario e il suo dovere a far rispettare gli obblighi dell'Ue nei confronti degli Stati membri. Ma per Alemanno "dal momento che l'applicazione del Codice di Condotta è affidata alla Commissione stessa e in particolare alla sua presidente, è evidente che la stessa impostazione della sua struttura etica non è in grado di garantire un meccanismo di controllo indipendente, aperto ed efficace sul comportamento dei commissari".

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