L'Ue ancora divisa sulle nuove sanzioni alla Russia: "salvi" petrolio e nucleare
A Bruxelles, nuova iniziativa di Italia, Polonia, Grecia e Belgio a sostegno di un tetto al prezzo del gas (non solo di Mosca)
Sono in fase di stallo i negoziati sul nuovo pacchetto di sanzioni contro la Russia su cui l'Ue sta lavorando dopo la decisione di Vladimir Putin di mobilitare i riservisti. Le misure contro la produzione nucleare sono ritenute "improbabili" da diverse fonti vicine al tavolo delle trattive a Bruxelles. Ma anche il tetto al prezzo del petrolio, che sembrava certo fino a pochi giorni fa, sembra avere poche chance di venire inserito nella nuova lista.
Il pacchetto dovrebbe venire presentato entro metà ottobre, ma le divisioni tra gli Stati membri stanno complicando le operazioni della Commissione europea. Polonia e i baltici, come è noto, chiedono un pugno ancora più duro contro il Cremlino: i cosiddetti "falchi" anti-Mosca chiedono di colpire petrolio e gas, ma anche il nucleare, i beni di lusso e il settore informatico e tecnologico della Russia, nonché l’esclusione di un maggior numero di banche dal sistema di interscambio Swift. Colpire il nucleare vuol dire vietare alle società dell’Ue di finanziare le miniere di metalli e di terre rare in Russia e di importare uranio. La Germania si è detta d'accordo, ma, scrive Euractiv, questo tipo di sanzioni avrebbe dei contraccolpi per Francia e Bulgaria, dove il nucleare è un settore chiave. E metterebbe a rischio anche la costruzione di nuovi reattori, come quelli della centrale di Paks in Ungheria.
Allo stesso tempo, l'opposizione di Budapest, non isolata in questo, sta facendo scendere le quotazioni dell'introduzione di un tetto al prezzo del petrolio russo, cosi come concordato dai Paesi del G7. Nel pacchetto, dovrebbe trovare invece spazio una stretta sul mercato dei diamanti, finora bloccata dal Belgio, il cui porto di Anversa è il principale hub per l'ingresso in Europa di questi minerali prezioni: il governo di Bruxelles avrebbe tolto il veto, cosa che consentirebbe di colpire Alrosa, gruppo russo di aziende minerarie che è il maggior produttore mondiale di gemme grezze.
Questa misura potrebbe diventare la "sanzione spot" del nuovo pacchetto, in assenza di petrolio e nucleare. Insieme ai diamanti, l'Ue potrebbe attuare delle misure volte a rafforzare l'attuazione dei precedenti pacchetti, colmando alcune scappatoie emerse in questi mesi. C'è poi la proposta di sanzionare non solo quei soggetti (singoli oligarchi o entità) vicini a Vladimir Putin, ma anche coloro che in qualche modo sono ritenuti responsabili di aver aiutato tali soggetti a eludere le sanzioni.
In parallelo, i ministri dell'Energia dell'Ue stanno discutendo come attuare il piano per l'energia proposto dalla Commissione europea. In questo contesto, i ministri di Italia, Polonia, Belgio e Grecia avrebbero rilanciato con una lettera ai colleghi del Consiglio Ue l'idea di introdurre un tetto al prezzo del gas importato, non solo quello russo.