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Sabato, 20 Aprile 2024
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Salvini lo querelò, ma Strasburgo difende con l'immunità Verhofstadt (alleato di Macron e Renzi)

Il liberale belga aveva accusato in un tweet il leader del Carroccio di essersi fatto corrompere da "tangenti petrolifere russe", ma per il Parlamento europeo stava parlando in qualità di deputato

Il Parlamento europeo ha deciso di schierarsi con Guy Verhofstadt e di proteggerlo da una causa per diffamazione intentata da Matteo Salvini, concedendogli l'immunità. Il leader della Lega aveva querelato il liberale belga dopo che quest'ultimo lo aveva attaccato sui social, il 13 febbraio dello scorso anno, in relazione alle accuse di sequestro di persona per la vicenda della nave Gregoretti, avvenuta nel luglio 2019, quando l'allora ministro dell'Interno si rifiutò di concedere il diritto di sbarco a 131 migranti nel siracusano.

L'immunità

Nel tweet incriminato, l’eurodeputato belga si congratulava con la magistratura italiana per aver avviato un procedimento giudiziario (poi finito con un non luogo a procedere), scrivendo: “Matteo Salvini è accusato di aver detenuto illegalmente migranti in mare dopo essere stati salvati dalla Gregoretti. Bravo Italia! Giustizia deve essere fatta. Speriamo che avvenga lo stesso anche per la sua massiccia corruzione con tangenti petrolifere russe!”. Proprio in riferimento al questo tweet partì la querela per diffamazione al Tribunale di Trento ma adesso la Plenaria di Strasburgo con 572 voti a favore, 108 contrari e sette astenuti ha deciso di concedere l'immunità Verhofstadt, liberale di lungo corso, ex premier belga, co-presidente della Conferenza sul futuro dell'Europa, e conosciuto come uno dei più vocali sostenitori di una svolta federalista dell’Ue, battaglia che porta avanti dai banchi del gruppo Renew Europe, in cui siedono anche i deputati di Italia Viva di Matteo Renzi e quelli di La République en Marche di Emmanuel Macron.

Le motivazioni

Nella motivazione della decisione di concedere l'immunnità parlamentare i deputati hanno ricordato che “i membri del Parlamento europeo non possono essere ricercati, detenuti o perseguiti a motivo delle opinioni o dei voti espressi nell'esercizio delle loro funzioni”, sostenendo anche che le opinioni espresse nel tweet incriminato “sono state chiaramente rese in qualità di deputato al Parlamento europeo”, e per questo il politico non può essere per quelle perseguito in tribunale.

Furia della Lega

La scelta ha fatto andare su tutte le furie la Lega che ha accusato l'Assemblea comunitaria di essere “complice” e di consentire a Verhofstadt “di fuggire alle proprie responsabilità e di non rispondere alla giustizia per le sue gravi e false affermazioni”. In una nota gli europarlamentari Alessandra Basso, Marco Campomenosi e Marco Zanni sottolineano che “c’è differenza tra la polemica politica e la calunnia”, e sostengono che il liberale non avrebbe il “coraggio di fronteggiare le conseguenze delle sue parole infamanti”.

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